KABO "Soli notturni"
(2015 )
Kabo esordisce a 25 anni con un EP che pubblica sul suo profilo bandcamp (https://kabo.bandcamp.com/) con la formula del "name your price" (offerta libera a partire da 0 euro). Il suo mentore è Dj Myke, uno dei turntablist più importanti della scena hip hop italiana, uno dei pochi che si può definire “musicista del giradischi”, già membro dei Men in Skratch ed anche noto per i suoi dischi con il rapper Rancore. Il Dj in questo caso è produttore musicale e direttore artistico di “Soli notturni”; Kabo, inoltre, ha registrato proprio nello studio milanese di Myke. Insomma, i due pare che abbiano lavoro a lungo a stretto contatto su questi quattro brani. Kabo, di origine milanese, è un rapper atipico, con uno stile che lo tiene lontano dall’idea che un po’ tutti abbiamo del rap. Non a caso, oltre all’hip hop degli anni ’90, è appassionato dei grandi cantautori italiani, e questo un po’ si sente negli abbozzi di melodia (di certo da affinare, così come la dizione – troppo marcato l’accento milanese), e si percepisce più chiaramente nella scrittura, non proprio “pop” come quella di molti rapper. “Soli notturni” è stato scritto di notte, e in effetti le atmosfere sono piuttosto cupe. Kabo, per dare sostanza ai testi, si è lasciato ispirare da incontri fatti girando in solitaria nelle ore notturne, e da questi spunti reali ha costruito dei personaggi per fare le sue riflessioni su vita e morte. Nel panorama rap italiano di certo è una proposta differente dalla tendenza dominante, ed anche dalle sotto-tendenze: oltre all’influenza del cantautorato, infatti, ci sono anche sprazzi di elettronica che, con il flow carico e deciso, rendono il mix difficilmente catalogabile. Il pubblico farà un po’ di fatica a orientarsi, ma le idee non mancano. (Luca Bussoletti)