recensioni dischi
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NITON  "Tiresias"
   (2015 )

“Tiresias” è la seconda parte di un progetto affascinante e complesso. È quello dei Niton, che avevano già stupito con l’album d’esordio. Il disco è descritto come la rappresentazione musicale di quell’universo parallelo in cui sono collocati i tre autori. È lì che compongono: lo fanno benissimo, producendo un unico flusso di suoni che segna lo scorrere del tempo ed uno spazio sterminato, in cui cercare un orizzonte è pressoché impossibile. I Niton realizzano un disco di dodici tracce elettroniche in cui confluisce un numero enorme di generi: “Tiresias” è un disco futurista, che guarda al “rumorismo” e che incorpora elementi noise, progressive e sonorità post-industrial, con una limpida tensione verso la sperimentazione e l’aggiunta di tinte ambient. Quelli dei Niton, infatti, sono suoni che conducono verso un’altra dimensione. Quando si ascolta “Tiresias”, sembra di fluttuare nello spazio, circondati dal nulla e immersi in una sfera temporale altra rispetto a quella classica. Violoncello elettrico, theremin, banjo e moog sono solo alcuni degli strumenti utilizzati dai tre protagonsiti per suggerire atmosfere contemporaneamente magiche e misteriose. Nello spazio siderale di “Tiresias”, infatti, ci sono pezzi che tengono in perenne tensione l’ascoltatore (“Uploud”, “Kalle”), altri che tolgono il respiro (“Moto Ignoto”), ed altri ancora che sembrano, invece, tratti dalla colonna sonora di un film di fantascienza (“Had Is The Weakest Point”). Quello dei Niton si conferma un viaggio avanguardistico verso una direzione che vuole andare oltre la semplice elettronica, ridefinire il concetto di musica, proponendola come terza dimensione della mente e dell’anima, accanto allo spazio e al tempo. Certamente è un disco non adatto a tutti, ma è un’esperienza unica e sconvolgente, che deve essere metabolizzata per bene prima di poter essere giudicata. Non basta un ascolto per leggere tutte le parole nascoste nello straniante linguaggio dei Niton che, però, nonostante un alto coefficiente di difficoltà, rappresenta una proposta di enorme valore. (Piergiuseppe Lippolis)