recensioni dischi
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VEEBLEFETZER  "No magic, no bullet"
   (2015 )

Dopo l’esordio con l’EP ‘The Truth Is Overrated’, il quartetto romano dei Veeblefetzer è lieto di presentare il primo lavoro discografico sulla lunga distanza, un continuo dondolare tra magia e verità, a suon di fiati e ritmi ondeggianti. ‘No Magic No Bullet’ è stato registrato su nastro e missato su banco analogico al Sud Est Studio [Guagnano, LE], mixato al Gas Vintage Studio [Roma] da Daniele Gennaretti (Bud Spencer Blues Explosion, Vadoinmessico, Honeybird & the birdies, Luca D’Aversa) e masterizzato al Reference Studio [Roma] da Fabrizio De Carolis. La co-produzione artistica è stata affidata a Sante Rutigliano (Thee Elephant e Oh Petroleum). Ad anticiparne l'uscita è stato il videoclip del singolo ‘Money Comes Money Goes’. Il reggae, ma anche un approccio gitano e folk, fino ai confini del punk. Ascoltandolo verrebbe da pensare a un lungo viaggio fuori dalle traiettorie della musica mainstream, approdati per scelta in un approccio goliardico e piratesco alla musica. Un arrembaggio agli stereotipi musicali per proseguire la continua ricerca verso l’isola dell’originalità. L’approccio musicale è ruvido, impulsivo, istintivo ma allo stesso tempo tende alla ricercatezza... volendo scomodare gli dei dell’Olimpo, immaginate Tom Waits festeggiare tre giorni di fila in compagnia di Lee “Scratch” Perry e Joe Strummer al matrimonio di Emir Kusturica. I Veeblefetzer sintetizzano questa fantasticheria ritagliandosi un singolare spazio nel panorama della musica indipendente. “No Magic No Bullet” è un disco dinamico ed energetico, che stana il coinvolgimento nell’ascoltatore. E’ un disco che ti solleva e ti mette in mezzo. La sensazione che si ha ascoltandolo è quella di stare davanti ad un amico appena tornato da un lungo viaggio e preso da mille racconti. E’ un disco fatto da mille fiati, per chi ha ancora il fiato necessario per rimettersi sulla strada. Un carnevale in cui gli ottoni la fanno da padroni, esprimendo una qualche forma di gioia manifesta e a tratti melanconica. Sbaldore e sollucchero genuino, un po’ vanesio e sicuramente tribolato! I testi in inglese parlano di viaggi, tumulti e stortezze della vita. Gli orizzonti della memoria si fanno labili e i confini facilmente valicabili. Storie di paesaggi, di sentieri, di cambiamenti, di relazioni e di ricordi, di ambizioni e delusioni.