recensioni dischi
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BUE  "L'insostenibile leggerezza di Bue"
   (2015 )

Si intitola “L’Insostenibile Leggerezza di Bue” l’album d’esordio della band romana, che un anno fa si affacciava sulla scena con l’EP “Un Quarto di Bue”. L’album di Bue è intriso di letteratura, ed i rimandi alla tradizione letteraria italiana sono frequenti, basti pensare a “Medardo” in cui si cita il personaggio de “Il Visconte Dimezzato” di Italo Calvino e “Le Gite al Mare” con riferimenti a Leopardi. È un disco che scorre molto fluido grazie a un sound coinvolgente e leggero: il pop dei ragazzi romani è impreziosito da passaggi elettronici e da un songwriting che passa in rassegna, con ironia e disincanto, il vuoto della società e l'identico vuoto delle nostre vite. I testi, infatti, sono di grande spessore: “Monolocale” denuncia una condizione negativa, “Va Tutto Bene” dimostra il lato “costruens” della critica dei Bue, proponendo già delle soluzioni per il riscatto. Spicca, su tutti, una forte influenza di Battiato: i Bue riescono a prendere ispirazione dal Maestro, come accade evidente in “Sotto le Suole”, che riporta un po’ alla mente la celebre “Voglio Vederti Danzare” del cantautore e compositore siciliano. La loro abilità sta nel farsi semplicemente ispirare, senza cadere nel rischio di emulare. Anche “Consumare” è un pezzo molto riuscito, sia sul piano musicale che su quello testuale. Il disco dell’esordiente band romana dal titolo molto kunderiano è positivo sotto tutti i punti di vista, grazie a un sound fresco ed estivo: pur senza strafare, i Bue hanno sicuramente dato vita a un prodotto molto efficace. (Piergiuseppe Lippolis)