recensioni dischi
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AUDIOFONO  "Audiofono"
   (2015 )

Il mondo dell’elettronica, in questo periodo, è in grande espansione. Non fa eccezione la scena italiana, brulicante di artisti che, sempre più frequentemente, fanno ricorso a questo modo di fare musica, consapevoli della grande duttilità che il genere possiede. In un terreno tanto fertile si muovono anche gli Audiofono: la band, effettivamente, nasce dall’incontro fra il cantante Gigi Mastrodonato (autore, prima della fondazione della band, di qualche lavoro di stampo electro-pop) e Angelo Mautone, chitarrista. È Luca Iannuzzi a completare un trio dalla forte identità e capace di sperimentare, fino al raggiungimento di un equilibrio impeccabile, in cui le pennellate rock della chitarra non tolgono assolutamente spazio al genere più caro al cantante. È una forma complessa di pop rock elettronico, tanto melodico da lasciarsi apprezzare senza fatica, tanto raffinato dall’essere lontano dalla definizione di “commerciale”. Il disco è introdotto da “Non c’è fine”, pubblicata anche in anticipo come singolo: emerge, sin dalle prime battute, la capacità della band di conciliare i diversi generi all’interno di un album che scorre senza intoppi. Ma si tratta di un ottimo pezzo anche sul piano della scrittura: è l’apice della produzione, e il fatto che sia collocata in apertura potrebbe, in teoria, essere un’arma a doppio taglio. Per evitare qualunque tipo di fraintendimento, è giusto dire che si tratta, semplicemente, del migliore fra otto brani comunque molto validi. “Viaggia” e “Le Ali” sono altri due passaggi molto interessanti, in virtù anche di testi molto efficaci. Senza forzare su nessuna delle due componenti, gli Audiofono sono stati in grado di far sposare alla perfezione elettronica e pop rock: è un esordio positivo e le premesse per il futuro sono sicuramente interessanti. (Piergiuseppe Lippolis)