recensioni dischi
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SVERTEXX  "Greatest tits"
   (2015 )

Nei lontani anni sessanta negli States si utilizzava l’espressione “shock rock” per descrivere la scelta di trattare temi quasi tabù, all’epoca, nei testi, o per gli atteggiamenti dei musicisti sul palco. Gli Svertexx, probabilmente, vogliono dare ancora ragione d’esistere a questa locuzione: il loro primo album s’intitola “Greatest Tits”, e parla di amore e sesso con più o meno serietà a seconda delle canzoni. Loro (italianissimi, sebbene sia necessario documentarsi per crederci) hanno presentato questo disco in forma di concept, pur con una buona dose d’ironia che traspare facilmente non soltanto dal titolo, ma anche dalla copertina. Sostanzialmente, il fil rouge che avvolge tutto il disco è quello del rapporto uomo-donna visto dal punto di vista dell’uomo, quasi costretto a scegliere fra l’essere l’incarnazione della forza e della virilità o il sentirsi libero di poter manifestare la propria sensibilità e la propria levatura morale senza dover necessariamente ambire a una posizione dominante. Un tema, insomma, decisamente delicato. Per quanto la descrizione proposta dagli Svertexx faccia decisamente sorridere, la storia è molto intelligente e invita a una bella riflessione. Il “maschio” di “Greatest Tits” si addentra nel mondo della psiche femminile, lo esplora e ne esce arricchito. Non c’è da meravigliarsi, quindi, nel leggere titoli degni dei Kiss (tali non solo perché troviamo “Lovegun”) o altri più espliciti (“Fuck Me, Fuck Me Tonight”). Musicalmente, il disco si muove sull’hard rock più classico: forse, anche per questo, “Greatest Tits” suona molto americano. Suona molto AC/DC, a voler esser precisi. Il cantato e il timbro impressionano per la somiglianza con quelli di Brian Johnson. Man mano che l’ascolto va avanti, nonostante si percepisca l’indubbia capacità di restituire integrità e purezza a un genere scevro da ogni minima contaminazione, il disco si ripete un po’, inficiandone il giudizio globale. Si potrebbe dire che, forse, anche in questo gli Svertexx somigliano agli AC/DC. “Greatest Tits” è un disco che, probabilmente, l’ascoltatore medio amerà o odierà senza mezze misure. Ad un’analisi più approfondita, invece, si evince come gli Svertexx debbano puntare l’attenzione sulla ricerca di una maggiore originalità e di uno stile che sia più personale, perché il talento non manca. D’altronde, è solo l’esordio. Il tempo per migliorare alcuni aspetti e maturare c’è. E il paragone con la band di “Highway To Hell” dovrebbe già fare onore. (Piergiuseppe Lippolis)