PALLANTE "Ufficialmente pazzi"
(2015 )
“Pallante”, forse, per molti è solo il nome di una figura mitologica classica. Per tutti i musicofili, però, è anche il nome di un artista con la “a” maiuscola, poliedrico e molto, molto capace. “Ufficialmente Pazzi” è il titolo del suo ultimo lavoro: decisamente calzante, verrebbe da dire. Pallante ha inglobato poesia e leggerezza, ironia e serietà, swing e blues, jazz e teatro-canzone. Numerose le collaborazioni che hanno contribuito a produrre un risultato finale certamente molto alto, fra cui spicca quella con Alex Britti. Ma sarebbe ingeneroso nei confronti di Pallante non sottolineare come sia stato lui a scrivere, cantare, arrangiare e suonare (oltre che mixare) praticamente tutti gli strumenti di cui possiamo ascoltare le note in “Ufficialmente Pazzi”. È un disco imbevuto di Giorgio Gaber, di Lucio Dalla e della migliore tradizione artistica italiana, fra musica, teatro e poesia. Da ascoltare a volume alto, per coglierne le parole e apprezzarne anche l’interpretazione. La titletrack, prima traccia del disco, è un elogio alla follia degno di Erasmo, un’intima confessione di Pallante quasi sussurrata di fronte al suo pianoforte: è netta l’antitesi con “Io Sono Il Massimo”, uno dei pezzi più allegri di tutto il disco che, invece, canta la spensieratezza. Pallante dimostra tutta la sua grandezza anche nel prosieguo del disco. Si parla di un senzatetto in “Andiamo in pace”, di immigrazione in “King, un nome da re”, ma anche di amore e temi più leggeri. “Ufficialmente Pazzi” è un disco che trova la sua straordinaria forza in una eterogeneità mai esagerata. Non tutti sapranno coglierne l’essenza: un ascoltatore superficiale farà fatica ad amarlo, un appassionato di arte griderà al capolavoro. Compagno ideale per una fredda serata d’inverno trascorsa davanti al camino, in compagnia di un buon bicchiere di vino e di un libro, “Ufficialmente Pazzi” è uno dei lavori più belli ed originali di questo primo quadrimestre musicale italiano. (Piergiuseppe Lippolis)