recensioni dischi
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FRANCO BATTIATO  "L'arca di Noè"
   (1983 )

Franco BATTIATO riesce a vendere in due settimane 550.000 copie del suo L'ARCA DI NOÈ. E non è poco, perchè siamo ancora in pieno boom dell'album precedente LA VOCE DEL PADRONE, che in questo '83 è ancora ai primissimi posti delle charts. E non è poco anche perchè che una recente legge ha aumentato il costo dei dischi del 16% a causa di una tassa sui beni voluttuari che porta i 33 giri al prezzo di 13.500 lire. Il disco è formato da sole sette canzoni. RADIO VARSAVIA (di cui parleremo dopo), CLAMORI, L'ESODO, SCALO A GRADO (dove si parla di una degradazione del rituale della Messa e della nostalgia per la liturgia in latino), NEW FRONTIERS (con il coro dei Madrigalisti di Milano che recitano la frase "libera la tua immaginazione temporale e mandala al potere nel tuo organo sessuale"), VOGLIO VEDERTI DANZARE (che è stato l'estratto più ascoltato nelle radio a febbraio). Infine LA TORRE sulla scacchiera della quale, nel famoso gioco, Battiato scrive che getterebbe chi non sa fare niente, tutti i registi, gli attori, i presentatori e quelli che giocano ai telequiz. Una canzone che non ha perso di attualità, anzi... RADIO VARSAVIA è un brano che fa discutere, soprattutto i critici, abituati ad un certo tipo di cantautorato ipocrita e cortese verso ideologie e poteri politici sanguinari. Ed è per questo che la STAMPA di Torino titola "Sull'Arca di Battiato c'è la cultura della nuova destra". Cosa che può anche essere vera, ma che non deve esserlo soltanto perché non si vogliono chiudere gli occhi davanti alla repressione nei paesi dell'est, questione ormai annosa. RADIO VARSAVIA tratta di chi scappa in occidente, e mette in evidenza l'imperialismo degli invasori russi. "E i volontari laici scendevano in pigiama per le scale, per aiutare i prigionieri facevano bende con le lenzuola e i cittadini attoniti facevano finta di non capire niente per aiutare i disertori e chi scappava in occidente". Repubblica parla male del disco per gli stessi identici motivi. Scrive di Battiato dicendo che ha preso un po' troppo sul serio la parte di nuovo Messia che il mercato gli ha conferito. La scoperta di un Battiato diverso ha gettato di botto il cantautore nelle terre degli infedeli e gli interventi marxisti di critici musicali (musicali?) mettono in risalto una sinistra grondante di ipocrita indignazione e paura di non essere più monopolizzatrice di idee. Stagionati maestrini del pensiero che sentono prossima la fine. Insomma, i soliti piagnistei di chi è ancora in ginocchio davanti al consorzio dei cantautori, periodo 1968-1977. Mai discostarsi dai "santi" modelli. Eppure si arriva da una stagione in cui le folle hanno disertato o quasi i concerti estivi di personaggi come Venditti e De Gregori che vedono crollare la vendita dei loro dischi (appena uscito TITANIC vendette centomila copie per poi fermarsi) e promozionarsi alla corte di Baudo in Domenica In (De Gregori). Oppure saltellare sul palco del FestivalBar come se si fosse dei Mick Jagger senza averne il fisico e il sex appeal (Venditti). Cantautori che aggiustano il tiro scrivendo per il grosso pubblico GRAZIE ROMA e LA DONNA CANNONE dopo avercela menata per anni con i discorsi pesudo intellettuali dei vari compagni di scuola e i niente da capire. L'ARCA DI NOÈ è il disco di chi si sente fuori da qualsiasi legame ideologico, inorridito (senza alcuna punta di snobismo) dalla decadenza della società e dalla repressione cieca della dignità individuale (RADIO VARSAVIA, per l'appunto). Non sfugge alla disamina intellettuale di Battiato la relazione tra la povertà della vita morale che molti conducono e il nessun rispetto per quella degli altri. Un album differente anni luce da quell'ondata di goliardia che fu al tempo de 'La Voce Del Padrone'. Un album sostanzialmente di contrasto nel senso lato del termine dove non c'è spazio per le ambiguità e i luoghi comuni e soprattutto per le tematiche e il pensiero unico che hanno accompagnato il populismo cantautorale radical chic degli anni settanta piombandolo in un atmosfera cupa e talebana. Battiato, solo contro tutti, se ne "impipa" dei giudizi di pochi e si cura delle vendite, cosa certamente più importante e redditizia che ascoltare quattro cretinetti prezzolati recitare la solita cantilena vecchia di 15 anni, quel "O con noi o contro di noi" di cui non se ne può davvero più. Alberto Radius alle chitarre, Giusto Pio al violino, Tonet al micro composer e Phil Destrieri alle tastiere. Tutti quanti sull'arca di Noè. L'ultima sua follia è un documentario video di 34 minuti girato nel deserto del Sahara che per la prima volta renderà in immagini il mondo interiore di Franco Battiato, portando il telespettatore alle radici della sua ispirazione. Lui, così legato ai suoni mediorientali e alla musica etnica tanto da studiare l'arabo per meglio comprendere la cultura di quella fascia di mondo. Questo special sarà presentato sul primo canale Rai nel corso del programma MISTER FANTASY. Un altro passo avanti per allontanarsi sempre di più da un'omologazione in stile George Orwell. (Christian Calabrese)