recensioni dischi
   torna all'elenco


I GIARDINI DI CHERNOBYL  "Cella zero"
   (2015 )

I Giardini di Chernobyl catturano sin dal nome un immaginario affascinante e nel contempo inquietante: una figura metaforica che gioca sui contrasti, una rappresentazione conflittuale di questa società basata sull’apparenza, una realtà fintamente perfetta che, nella sostanza, è più malata di quanto sembri. Nati nel Febbraio del 2014, appena 5 mesi più tardi iniziano le registrazioni del primo lavoro con Giulio Ragno Favero (bassista e produttore de Il Teatro degli Orrori) in cabina di regia presso il Lignum Studio, lo stesso dove Il Teatro degli Orrori e gli Afterhours hanno prodotto il brano “Dea” per il remake dell‘album “Hai Paura del Buio?”. Lo scorso 27 Dicembre 2014 esce il primo singolo “Un infinito inverno”. Il debutto è accompagnato da un video realizzato da Stefano Bertelli (Seenfilm), regista di clip musicali per Marlene Kuntz e Caparezza tra gli altri. Ora esce il primo album "Cella Zero” per Zeta Factory, label già nota per le pubblicazioni di Rezophonic, Alteria, Kismet, Klogr, Disclose. La prima fatica del trio anconetano - composto da Emanuele Caporaletti (voce e chitarra), Stefano Cascella (basso) e Simone Raggetti (batteria) - è un banco di prova decisamente interessante nel panorama musicale nostrano. Il disco conta 10 tracce di rock abrasivo dall‘alto tasso adrenalinico, dieci frecce infuocate che scoccano veloci e potenti mantenendo l‘ascoltatore incollato davanti allo stereo dalla prima all‘ultima song. Liriche in italiano e sonorità internazionali si incontrano in questa rara avventura, una sfida che appare già vinta a giudicare dal parere entusiasta di un mostro sacro come Dennis Sanders, bassista dei Black Light Burns (solo project di Wes Borland dei Limp Bizkit): «Canzoni con grandi chitarre, direi infernali... Mi ricordano le sonorità di “Deftones”, “My Bloody Valentine” e “Helmet”. Davvero bello!».