recensioni dischi
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UFOMAMMUT  "Ecate"
   (2015 )

''Ecate'' è il nome degno di una divinità, ed il titolo scelto dagli Ufomammut per il settimo album che uscirà il 30 marzo per Neurot recordings. Il devastante trio italiano, conosciuto nel mondo della musica psichedelica per le superbe capacità, ha tante affinità quante differenze nelle radici formative di ciascuno dei membri. Senza mai assecondare la facile classificazione di genere nel doom, gli Ufomammut caricano il loro sound di un’energia e uno spirito selvaggio inimitabile che scorre telepaticamente tra i membri Poia Urlo e Vita. Nel loro ultimo album, gli Ufomammut dimostrano di aver affinato le proprie abilità facendo un ulteriore, consapevole passo avanti, dirigono così l’orizzonte delle sei canzoni verso luoghi inesplorati: l’unica guida è quella di Ecate, la dea dalle 3 facce che si muove tra il regno degli uomini, degli dei e dei morti. Tradizionalmente associata all’immagine di una torcia (statue a lei dedicate si possono trovare nei pressi di incroci e mura delle città, dove si credeva che benedicesse o maledicesse i viaggiatori), rappresenta la congiunzione tra passato presente e futuro in un modo che è riconoscibile nelle tracce degli Ufomammut. Primo estratto dal settimo album è ''Temple'', che rappresenta un punto di rottura ambizioso, lontano dal consueto approccio della band alla costruzione dei brani: un riff pungente combinato con un rassicurante senso di regalità, che rivela nel suo scorrere un debole cammino verso succulente pause progressive. Con una durata di oltre sette minuti, “Temple” ha la stessa qualità e capacità di rapire la mente che ha reso i precedenti lavori della band tanto validi, ma mostra anche una nuova tendenza da parte degli Ufomammut nell’esplorare territori al di fuori dei loro confini rituali.