THE GLUTS "Warsaw"
(2015 )
Varsavia, New York, Londra, Milano e Berlino. Questo, riassumendo, è il percorso del disco d’esordio dei milanesi THE GLUTS, prodotto proprio a Londra da James Aparicio (Liars, Spiritualized, The Telescopes e molti altri). Un disco dichiaratamente DIY (do it yourself) che contiene tutta la rabbia e l’attitudine punk che la band ha portato sui palchi che da marzo ad oggi l’hanno vista tra gli altri a festival quali MI AMI ed A Night Like This. La prima stampa in vinile, autoprodotta dalla band è andata presto sold-out. È così che NASONI RECORDS (nasoni-records.com), etichetta di Berlino che ha prodotto band del calibro di Vibravoid ed Electric Moon, ha deciso di ristampare ''WARSAW'' in 300 copie colorate. Per l’occasione la band ha deciso di rivisitare l’artwork, optando per un total white in forte contrasto con il fluo-pink del vinile. Testi e foto arricchiscono quello che è un album assolutamente da collezionare. Per gli amanti di The Jesus and Mary Chain e A Place To Bury Strangers. Il basso dark, marchio di fabbrica della band, che traina con ritmo incalzante ogni canzone, insieme a chitarre aperte e potenti e a una batteria dinamica e molto riverberata, accompagna una voce wave a volte malinconica, altre arrabbiata e nervosa, capace anche di una dolcezza estrema. È un disco diretto ma anche riflessivo. Il suono ricercato supporta testi impegnati e che fanno riflettere, come “Rag Doll”, che tratta della violenza sulle donne, oppure “Vietnam”, che vuole raccontare la guerra vista attraverso gli occhi di un’adolescente vittima di abuso per mano di sedicenti salvatori. Il titolo è nato un po’ per gioco, ma dietro questo nome e questa città si può trovare molto dei GLUTS. È stata una città simbolo a metà tra la vecchia e la nuova Europa, una città comunista che ha sempre strizzato l’occhio all’occidente, e questo dualismo culturale intrinseco è in parte presente nel disco. Alcuni dei testi poi sono stati scritti proprio a Varsavia, senza dimenticare che così si chiamavano inizialmente i Joy Division, ai quali sicuramente la band deve molto.