recensioni dischi
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ETRUSCHI FROM LAKOTA  "Non ci resta che ridere"
   (2015 )

A due anni dalla pubblicazione del disco d'esordio "I Nuovi Mostri" (Phonarchia Dischi), che ha consacrato gli Etruschi From Lakota come band rivelazione del 2013, il quintetto toscano torna con un nuovo attesissimo album dal titolo "Non Ci Resta Che Ridere". Il disco, uscito per Phonarchia Dischi, ha beneficiato della produzione artistica di Nicola Baronti ed è stato mixato dallo stesso Baronti in collaborazione con Antonio Castiello (Jambona Lab). La band si è contraddistinta, fin dagli esordi, per un forte senso di appartenenza alla cultura della propria terra e delle proprie origini, per l'ironia e il sarcasmo di cui, spesso, i toscani sono autentici maestri e per una autentica passione per il citazionismo. Ma i nostri 5 eroi, cresciuti in campagna a chianina e Led Zeppelin, lungi dall'assumere connotazioni macchietistiche, affrontano consapevolmente anche tematiche più serie. Le canzoni degli Etruschi parlano, infatti, di argomenti quali il lavoro, la vita, la morte e la religione. Si dichiarano, inoltre, sensibili allo sterminio perpetrato ai danni dei Pellerossa, inteso come paradigma della cancellazione delle culture autoctone, al punto di inserire nella denominazione della band il richiamo ai Lakota di Toro Seduto. Una presa di posizione che ricorda il celebre film di Roberto Benigni "Non Ci Resta Che Piangere", in cui i protagonisti cercano di impedire la partenza di Cristoforo Colombo per evitare, così, la "scoperta dell'America" e i disastri che ne sarebbero conseguiti per le popolazioni indigene. Non a caso, la band è stata definita, in più occasioni, figlia di uno "mix" non ortodosso tra Roberto Benigni e Rino Gaetano e, probabilmente, in parte è vero, anche in considerazione della scelta del titolo del nuovo album. ''Non Ci Resta Che Ridere'' è un disco di canzoni d'autore, un disco rock, con influenze che spaziano dal country al gospel. Dario Canal, frontman della band, racconta così il nuovo album: "questo disco rappresenta per noi la libertà di essere sé stessi, di sentirsi liberi, di vivere, di morire, di piangere, di ridere. Abbiamo avuto la possibilità di crescere come una pianta, di cantare come un gallo e di essere fedeli come un cane quando c'è il sole".