recensioni dischi
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FILIPPO ANDREANI  "La prima volta"
   (2015 )

“Avevo dimenticato la mia storia. Quella cominciata nei primi anni novanta e proseguita tra palchi traballanti, sudore a fiumi, braccia nude tatuate mischiate nel pogo, urla e risate, abbracci fraterni, sguardi complici. Quella storia è tornata a prendermi e mi ha salvato”. Racconta così Filippo Andreani la nascita di “La prima volta”, terzo lavoro del cantautore comasco fra folk e punk. Un disco che è scaturito dalla lettura de “Il coraggio del pettirosso” di Maurizio Maggiani, nel quale Filippo ha trovato quello spirito combattente che attraversa le dieci canzoni della tracklist, ciascuna focalizzata su una delle passioni del loro autore (dal calcio che fu alla storia di ieri e di oggi) e su alcuni momenti di vita particolarmente importanti. Il tutto narrato con sonorità come se Joe Strummer facesse un disco da cantautore, e parole tanto genuine quanto rivelatrici, che citano libri e situazioni senza essere citazioniste, nel segno di una vibrazione che evita la retorica e cerca con urgenza la parte umana di ogni cosa che esiste. Così accade per il brano scelto per presentare “La prima volta”, “Canzone per Delmo” (http://youtu.be/swl8b31WsBY), cantata con Marino Severini dei Gang come un appassionato tributo alla vicenda umana e resistenziale di Adelmo Cervi, il figlio di uno dei fratelli Cervi che ancora oggi conserva a e diffonde la memoria di uno dei più commoventi e significativi episodi della nostra Resistenza. Cervi è solo uno dei protagonisti di un disco che racconta altre storie come quelle di Gianni Brera, Gigi Meroni (la farfalla granata), Stefano Borgonovo, Piero Ciampi e molte altre. Queste vicende vengono raccontate coinvolgendo una storica band della scena punk italiana come i Linea (che hanno suonato l'intero lavoro insieme ad Andreani) e grazie a una serie di collaborazioni nate da amicizie saldate nel tempo come quelle con il già citato Marino Severini e anche con Sigaro della Banda Bassotti, Steno dei Nabat, Rob dei Temporal Sluts e Robi degli Atarassia Gröp. Non è un caso allora che “La prima volta” si apra proprio con le parole di Adelmo Cervi, come in una sorta di sigillo di libertà, antifascismo ma soprattutto vita: quella che nasce, rinasce, soffre ed esulta quando accade quella “prima volta”.