recensioni dischi
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DENIS GUERINI  "Vaghe supposizioni"
   (2015 )

Dall’etno-folk al grunge, quindi il jazz e, infine (forse), la virata verso il cantautorato. Come dimostra la sua lunga storia, Denis Guerini è un artista straordinariamente poliedrico, a tutto tondo. Un uomo che vive di e per la musica, un uomo affascinato dal mondo della scrittura e da quello del teatro. E nelle sue produzioni discografiche, inevitabilmente, sono rinvenibili elementi tratti da un bagaglio culturale e da esperienze sempre d’un certo livello. Ed è questo ciò che accade al suo ultimo lavoro, pubblicato a fine 2014. Si tratta di “Vaghe Supposizioni”: il disco è pensato come un concept, ma sapientemente atipico. Le nove tracce che diventano indizi, il cantautore che indossa i panni dell’investigatore. Il dubbio, l’amore e tutti gli aspetti più misteriosi della vita di ognuno di noi diventano materiale per l’investigazione dell’artista, che esamina, scrive, racconta e canta. I nove brani diventano nove diverse indagini, e le risposte che Denis Guerini fornisce sono volutamente incomplete, parziali, perché l'artista è un indagatore senza risposte sicure, inventa indizi per dare un volto al suo assassino esistenziale. “Vaghe Supposizioni” è un disco certamente complicato: non è immediato, si corre facilmente il rischio di non comprenderlo dopo il primo ascolto. È però anche straordinariamente ispirato, frutto di un’idea che, a suo modo, sa essere geniale e dai temi sicuramente interessanti. L’idea di indagare ogni aspetto della vita attraverso un disco era potenzialmente qualcosa di grande, sia per la sua originalità, sia per l’evidente difficoltà. Una proposta di questo tipo, infatti, porta inevitabilmente con sé dei grandi rischi, che Guerini ha saputo correre senza mai caderne vittima. “Vaghe Supposizioni” ha come unico punto debole, forse, quello di essere un po’ ridondante. Ma, probabilmente, anche questo rispondeva all’esigenza di realizzare un disco che fosse a metà strada fra musica e letteratura, intriso di noir e di poesia. Ecco perché, al di là di tutto, “Vaghe Supposizioni” è un disco validissimo, in cui le parole si caricano d’una forza impressionante. E questo, tra l’altro, è un tema più che mai caldo, di questi tempi. (Piergiuseppe Lippolis)