recensioni dischi
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CAPTAIN MANTELL  "Bliss"
   (2014 )

Giunto al quinto capitolo della sua carriera, Tommaso Mantelli alias Captain Mantell, alla guida dell’omonimo trio che comprende anche Sergio Pomante (Sergeant Zags) e Mauro Franceschini (Admiral Dix), decide di dare alla luce “Bliss”, proprio nel periodo in cui i critici sono alle prese con le classifiche di fine anno. Dicembre, infatti, è il mese dei bilanci sulla stagione musicale che volge al termine: tempo di giudizi a 360° gradi, tempo di valutazioni complessive. È per questa ragione che può essere considerata un tantino rischiosa la scelta compiuta dai tre: sarebbe un vero peccato se “Bliss” finisse con l’essere snobbato per la sua data di pubblicazione. Il disco si presenta come un breve concerto di circa tre quarti d’ora di durata, in cui il primo pezzo è appunto introdotto da degli applausi e dall’annuncio “ladies and gentleman, Mr. Captain Mantell!”. “Love / Hate” si presenta con un sound nuovo, più complesso rispetto a quello dei precedenti: la presenza del sax, oltre a ricordare i King Crimson, rende più difficoltoso il tentativo di catalogare la band con un solo genere musicale. Se nei due brani successivi è la componente rock a dominare, a partire da “The Ending Hour” (quarta traccia, fra le migliori in assoluto) sono presenti in maniera più o meno evidente ottime contaminazioni fra blues e swing, in alcuni punti anche rockabilly. In “Side On”, infatti, la coraggiosa esplorazione di ambienti blues (grazie anche a Liam McKahey) dà eccellenti risultati, esattamente come “Dead Man’s Hand” rappresenta un momento di transizione in cui pare di ascoltare gli Stray Cats. Ecco perché la successiva “Ugly Boy” è sapientemente introdotta da un ritmo che ricorda l’intramontabile “Jailhouse Rock”. Il prosieguo è all’insegna di un rock’n’roll con sfumature talvolta pop, talvolta alternative. La grinta non scompare mai, ma l’eleganza permea tutto “Bliss”. Finale affidato a “Won’t Stop”, che chiude simbolicamente un disco pensato come un live, con un lungo assolo finale in cui, fra tutti gli strumenti, spicca anche il sax. “Bliss” è un viaggio attraverso epoche diverse, è un ripasso della storia della musica, un crogiolo di stili e influenze, ma anche l’ennesimo discone pubblicato in questo splendido 2014 italiano. Probabilmente non figurerà nella maggior parte delle classifiche solamente perché saranno già state stilate prima che venisse rilasciato, ma ascoltatelo: saprà farvi cantare e, perché no, anche ballare. (Piergiuseppe Lippolis)