recensioni dischi
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LUCA BARBAROSSA  "Luca Barbarossa"
   (1981 )

Luca nasce a Roma nel 1961. Ha quindi venti anni quando esce allo scoperto alla grande, durante quel memorabile Sanremo della rinascita. Il suo curriculum è abbastanza corto, data l'età. A 16 anni va in Inghilterra a suonare nelle metropolitane di Londra (tra i figli di papà pariolini fa molto fico fare il finto morto di fame) e lì incontra una ragazza che lo avvia alla musica country americana tipo Woodie Guthrie. Sebbene Luca ami appassionatamente i Beatles, motivo principe per il quale ha scelto l'Inghilterra. Quando torna in Italia incontra un giovane chitarrista, Mario Amici e con lui si esibisce nei vari locali tipo Folk Studio. Una trafila tipica anni settanta, da cantautore tra l'impegnato e il commerciale. Si imbatte in Shel Shapiro, ex Rokes ed ora produttore ed autore di successo, che decide di produrlo. Si presenta a Talent Scout, manifestazione per giovani emergenti e si guadagna il viatico per Sanremo dove gareggia tra i giovani e dove la sua canzone in tre soli minuti suscita grande entusiasmo. ROMA SPOGLIATA diventa un hit istantaneo. Quella frase (Roma puttana) aiuta un po' perché non era normale sentire una parolaccia in quel di Sanremo. Potrebbe sembrare una canzone contro la città di Roma, ma è invece una canzone d'amore per la sua città che vede tradita e ingannata, usata e poi gettata via da tutti. Una serie di flash danno esattamente l'idea che Luca Barbarossa vuole fare arrivare. Le signore impellicciate da animali sempre più rari (da bravo ragazzo impegnato iscritto al WWF), i tedeschi che arrivano vestiti come al mare che fanno tremare dal freddo al solo guardarli, la vecchia americana che viene qui a cercare un po' di vita e qualche giovane boyfriend a cui elargire qualche soldo (la Roma sfruttata), l'odore di caffè negli autobus nelle mattine invernali, il fumo nero dei nostri cannoni (lo smog e la droga), l'inverno che era estate (quando si parte e poi si ritorna in un'altra stagione capita che i ricordi si confondano, tanto da non ricordarsi se quella volta era inverno o estate?), la Roma sorella e madre, 'occhi tristi che non m'hanno mai abbandonato'. Alla fine conclude dicendo 'Roma stregata, lasciami cantare una serenata'. E la chitarra trova l'accordo finale, in stile ballata folk. Bella e intelligente. Canzone che potrebbe ricordare a tratti la ROMA CAPOCCIA di Venditti, ma i dieci anni intercorsi tra quella e questa si sentono tutti. Riccardo Cocciante si congratula con lui e gli propone di aggiungersi al tour che lo vedrà impegnato con Rino Gaetano e i New Perigeo (tour che avrà un brusco stop dovuto alla morte di Rino Gaetano a giugno). (Christian Calabrese)