recensioni dischi
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ANDREA TICH & LE STRANE CANZONI  "Una cometa di sangue"
   (2014 )

Andrea Tich, milanese di natali siciliani, aveva esordito nel '78 con un album a tutti gli effetti mitologico, fin dal titolo, “Masturbati”, non a caso pubblicato da Cramps, non a caso prodotto da Claudio Rocchi (e non a caso glorificato dal sito "Orrore a 33 giri"): gustosissimo biglietto da visita di un animo ultrafreak in forma di cantautorato (vagamente) folk (ma soprattutto) psichedelico-zappiano (e zappiano nell'accezione più psichedelica - e Dada - della parola). Negli anni Tich ha sempre continuato a produrre e proporre la propria musica, ma da artista defilato, artigianale e appassionato qual è, cosicché quell'album è rimasto un unicum, collaborando assiduamente con un altro "personaggio" della Milano post-'68 come Maurizio Marsico (col quale ha esplicitato la passione per Zappa partecipando a uno storico tributo tutto italiano curato nel 1994 dalla rivista SONORA). Ora la trasgressione espressiva incontra il genio visionario, l'artista, nel suo lungo peregrinare tra riflessioni e momenti rubati al caso. E dopo 36 anni, comunque ricchi di musica ed attività, torna in scena in prima persona, Andrea, con un doppio album dal titolo “Una cometa di sangue” pubblicato dalla Interbeat/Snowdonia. Un lavoro imponente in cui racchiude visioni, esperienze, stati d’animo, che spaziano tra generi diversi e inaspettati da cui Andrea Tich attinge a piene mani: si va dal beat-psichedelico degli Hollies al free rock Zappiano, dalla dark-wave dei Joy Division, al naif-acustico degli XTC con un’occhiata al country rock dei Creedence Clearwater Revival per passare poi nell’elettronicosmico tedesco, con stravaganti attinenze del primo Battiato. Il tutto mescolato in maniera originale dall’estro di Andrea, che da sempre caratterizza la sua musica. La luce sonora che traspare dalle sue canzoni (che, a detta dell’artista, andrebbero ascoltate in cuffia, rilassati e con un po’ di tempo a disposizione), è la chiara e netta direzione nel quale Andrea vuole distinguersi, alieno da tutto ciò che è convenzionale, mantenendo sempre la sua formula personale, e cioè: testo e sua interpretazione strumentale che dà spazio all’irreale, creando, nell’ascoltatore, polaroid di immagini, come in una colonna sonora di un film. Le composizioni, come scritto nelle note di copertina, racchiudono un periodo che va dagli anni settanta ad oggi, manipolate, ristrutturate e riarrangiate con intarsi originali presi dal suo quotidiano, perché Andrea ama collezionare porzioni di vita privata registrandole per inserirle nelle sue canzoni come note musicali. “Una cometa di sangue” è quasi un “concept album”, che segue un percorso senza previsioni, come un tour nell’ignoto, nella casa dei misteri al luna park... Alcune delle canzoni contenute avrebbero fatto parte del secondo progetto discografico, mai realizzato, con l’etichetta Cramps Record, la stessa che pubblicò il suo primo LP “Masturbati” nel 1978.