GORAN KUZMINAC "Hey ci stai"
(1980 )
Barba e capelli biondo rame, nato in Jugoslavia (quando ancora si chiamava così), trasferitosi con la famiglia in Italia a sei anni, poliglotta (conosce il serbo, il croato, il tedesco e l’italiano), è iscritto a medicina ma è anche un abile pittore. Difatti le copertine dei suoi singoli sono tratte da disegni originali (un po’ come nel caso di Augusto dei Nomadi). Per alcuni anni Kuzminac lavora come turnista in sala d’incisione tra Roma e Milano, poi De Gregori nel 1977 lo nota e lo presenta a Vincenzo Micocci, padre padrone della gloriosa etichetta IT (distribuita dalla RCA) e viene pubblicato il suo primo singolo (il lato B era di un altro cantautore) dal titolo IO. Poi arriva la vittoria a Castrocaro con STASERA L’ARIA E’ FRESCA (accoppiato a PASSEGGIATA) che diventa un successo di vendita facendogli vincere la Gondola d’Argento alla Rassegna Internazionale di Musica Leggera di Venezia nello stesso 1979. Il primo brano è un pezzo molto aggressivo che cattura l’ascoltatore anche perché leggermente virtuosistico per quanto riguarda la chitarra (che è il suo grande amore). Il retro (PASSEGGIATA) ne è la prova lampante. Una suite per chitarra ed orchestra in cui Goran dimostra di saperci fare. E’ entrato nel giro che conta. Il 1980, che gli porterà anche una tournée con Graziani e Ron, lo vede protagonista con un album molto bello col titolo EHI CI STAI, dal quale trae un singolo di successo con lo stesso titolo. Con questa canzone decisamente molto carina ha partecipato anche al Festivalbar di quell’anno riscuotendo parecchio successo ed arrivando inaspettatamente terzo dietro a Miguel Bosè e Rettore, davvero due big dell’epoca. Al disco non manca nulla. Il bravo Shel Shapiro (che ne è il produttore) ha fatto le cose per bene come al solito. Arrangiamenti calibrati e la chitarra di Kuzminac mai noiosa e pretenziosa. Il suo stile musicale, sebbene ricollegabile ad un particolare filone cantautoriale è personale in quanto sintetizza mondi musicali lontani anche geograficamente. Canta naturalmente in italiano su linee molto melodiche vicine al folclore slavo, salvo poi accompagnarsi con la tecnica picking guitar che, come sanno bene i cultori del country, ha poco a che fare con quelle sonorità. (Christian Calabrese)