ROBERTO ESPOSITO "The decades"
(2014 )
Dall'esplosione del "fenomeno" Giovanni Allevi in poi, il piano-solo sta indubbiamente vivendo una seconda giovinezza. I dischi di pianoforte "puro", molto poco contaminato, sono ovviamente sempre esistiti, ma, con l'apporto del bravo Allevi, e con lo straordinario successo riscosso dai suoi album, è indubbio che il genere stia conoscendo un momento di grande fulgore. Soprattutto perché, grazie ad Allevi, i dischi di pianoforte solista sono stati "sdoganati", non essendo, quindi, più relegati ad un pubblico d'elite, mutuato dagli amanti della musica classica, bensì accettati ed amati da un'audience quanto mai varia e variegata, con tantissimi giovani compresi nelle proprie fila. E arriviamo così, finalmente, all'altrettanto giovane Roberto Esposito (ha infatti appena compiuto 30 anni): che, ovviamente, la propria musica la faceva ben prima del boom di Giovanni Allevi, ma che, di certo, di questo boom ne sta sicuramente beneficiando. Il suo genere viene definito ''classic contemporary jazz'', e in effetti del jazz Esposito ha le stimmate principali: ma nella sua musica confluiscono, brillantemente, estratti di generi completamente diversi, creando una contaminazione accattivante e vincente. E' proprio questa versatilità che rende unica la proposta di Roberto, ben estrinsecata in ''The decades'' (uscito per l'etichetta Workin' Label), suo disco d'esordio che, ancor prima che della spiccata bravura come esecutore del pianista di Tricase (laureato con 110 e lode in Repertorio Pianistico, ha goduto di una borsa di studio al Berklee College di Boston), vive di una musica entusiasmante, capace negli 11 brani presenti (10 originali per pianoforte più ''Kalinifta'', noto pezzo della tradizione grika salentina) di ballonzolare tra jazz ed elementi popolari (taranta, pizzica salentina), tra classico e moderno, tra ritmi travolgenti e romantiche rapsodie. Difficile immaginare che le nude note di pianoforte possano esprimere un caleidoscopio sonoro così vario: eppure è così, provare per credere. Infine, menzione per le ''decadi'' del titolo, che in realtà sono un acronimo: ''T.h.e. d.e.c.a.d.e.s.'' sta infatti per ''Three Houses where Earth Dives until the End of the Curves of my Arch Dipping sun Everywhere into my Sea'', che altro non è che un breve testo poetico scritto da Roberto sull’onda dei ricordi legati alla sua terra natìa, il Salento, ed ai luoghi della sua infanzia. Ennesima poesia, nella poesia stessa di questo brillante album. (Andrea Rossi)