recensioni dischi
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ADOLFO DECECCO  "Metromoralità"
   (2014 )

Preambolo. Vince Tempera ha letteralmente scritto la storia della musica italiana, grazie al lavoro svolto con Guccini, Battisti, Mina, Lavezzi, Radius, Bertè, Marcella e tanti altri, senza dimenticare le sue sigle televisive di cui ha letteralmente venduto vagonate di dischi (la sola ''Ufo Robot'' superò agevolmente il milione di copie). Guido Guglielminetti, dal canto suo, non vanta di certo una carriera inferiore, avendo lavorato con Battisti, Fossati, De Gregori, Tozzi, Martini, Oxa e compagnia bella. E allora, direte voi? Perché mai vi dico tutto questo? Semplice. Perché, se due autentici pezzi da novanta come Tempera e Guglielminetti decidono di fare da produttori artistici del disco di un quasi-esordiente come il giovane cantautore abruzzese Adolfo Dececco, qui gatta ci cova. Se poi aggiungete che, tra i musicisti impegnati nella realizzazione di questi 10 brani, ci sono personaggi come Elio Rivagli (strumentista per De Gregori, Fossati, Baglioni, Mannoia, Zero, Pezzali, Cremonini, Ramazzotti, Ruggeri, Pravo), Ivano Zanotti (Brian Auger, Vasco, Mannoia, Finardi, Bertè), Pier Mingotti (Guccini, Finardi, Deodato), Andrea Morelli (Cremonini) e Alessandro Arianti (De Gregori), allora la curiosità sale a mille. Chi è mai questo Adolfo Dececco, per il cui disco si muove il gotha della musica tricolore? Che esce addirittura per le edizioni Warner e con distribuzione Universal? In carriera, va detto, abbiamo visto album di artisti davvero celebri uscire con molto meno dispendio di mezzi. Quindi, evidentemente, su questo ragazzo si punta parecchio, altrochè; e, ascoltando questi brani, non si fa alcuna fatica a immaginare il perché. ''Tempo tecnico'' è divertente e intelligente (''Ho letto Kerouac, poi Hemingway, ho ascoltato i Beatles e i Rolling Stones, ma non ho capito chi siamo noi, che impariamo il mondo con l'Iphone...''), ''Dietro le nuvole'' è letteralmente deliziosa, ''Touchscreen'' un piccolo-grande capolavoro, perfetto ritratto dell'attuale ''generazione mille euro'' (''Praticante ottimista, giornalista freelance, dipendente precario, eterno studente, dj con repertorio vario... Touchscreen, il mondo è uno schermo, che se lo sfiori lo muovi ma, se non ci finisci dentro, oggi magari non vivi...''). Poco da dire: siamo di fronte ad un album prodigioso, di infinito spessore e di immensa speranza per il futuro. Magari, tra qualche anno, parlando di Vince Tempera o di Guido Guglielminetti, enumerando i loro grandi risultati, si chioserà dicendo: ''e, soprattutto, hanno prodotto il grande esordio di Adolfo Dececco''. E' un augurio: per lui e, in fondo, anche per noi, amanti della bella musica. (Andrea Rossi)