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PASQUALE DELLE FOGLIE  "Tempo imperfetto"
   (2014 )

“Tempo Imperfetto” (prodotto da Otium Records con il sostegno di Puglia Sounds Record) è l’album d’esordio di Pasquale Delle Foglie, e rappresenta una sintesi retrospettiva di note autobiografiche che trovano espressione nel cantato tenue e crepuscolare di un musicista dall’indole folk. E’ la summa di divagazioni notturne che si districano in trame sonore dall’irresistibile spontaneità, e declinate negli accenti di un pop sofisticato, anche nella scrittura. Il progetto si impernia sul tempo, cronologico e meteorologico. Il ritornello di “Cattivo tempo” sintetizza forse il senso intimo dell’intero album: “Il mio tempo passa invano, mi mette in secondo piano, e al terzo piano c’è una giovane e il mio spettro sul divano, e piango al temporale, ché il tempo passa e il cattivo tempo non vuole passare”. Tra quiete e tempesta, tra pescatori e pirati, tra sacro e profano, il cantautore-uomo trae forza musicale dall’armonia della contraddizione. Invocando uno stile sobrio e mai sopra le righe, l’album descrive un mosaico concettuale in cui la ricerca della forma cede il passo alla genuina espressività, e trova sostegno in una complessa correlazione tra gergo metaforico e saggezza popolare. Partendo dalla musica d’autore, con una naturale inclinazione verso background di dichiarato slancio acustico, nel disco suonano un contrabbasso, un violoncello, un violino e un pianoforte. Rappresentano il classico, l’ottocento, il motore a vapore, lo scienziato illuminista che nel suo laboratorio fantastica su di un futuro amico che lo accoglie con denotazioni elettriche e digitali. Tutto converge e il prodotto finale diviene di “un’attualità dal sapore antico”, che parla contemporaneamente delle radici e delle foglie. “Fichi d’india e muretti a secco”. Sono queste le immagini che spesso affiorano alla mente quando si ascolta una canzone come “Oltrepeggio”, un personale viaggio in quel mondo che ha perso l’illusione, specchio della dualità di un sud caldo, profumato di caffè, ma troppe volte intrappolato dalle sue stesse virtù. Il sud d’Italia si fonde con il sud del mondo. Pasquale Delle Foglie è un cantautore in senso letterale. Nel processo creativo scinde quello che canta e quello che scrive in parti equanimi, che si perfezionano senza prevalere una sull’altra nell’opera finale. L’attitudine a suonare diversi strumenti e la capacità di arrangiamento e visione complessiva, assieme alla ricerca della parola e del timbro sillabico, sono gli ingredienti imprescindibili per un oggetto del genere. Progetto che non teme il riscontro nazionale seppur vestito di saperi e sapori mediterranei. “Bari è la città più felice d’Italia”, osa Pasquale Delle Foglie in diretta su Roxybar ospitato da Red Ronnie, e subito dopo parte con la sua canzone ritmata ora di amara considerazione, ora di voglia di riscatto, tanto da spingere il presentatore a replicare: “Bologna ha ceduto il posto a Bari come capitale della musica italiana”.