recensioni dischi
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YLIUM  "Empire of light"
   (2014 )

Il progetto “Ylium” nasce nel 2012 da un'idea di Alessandro Cavazzana, Marco Rodella e Giulio Ramazzina (quest'ultimo poi allontanatosi dal progetto in seguito a motivi personali). Dopo anni di gavetta, proponendosi come power-trio garage/alternative, i ragazzi si rendono conto che questo suond tipicamente rock limitava, in un certo senso, la possibilità di ricerca e di sperimentazione musicale. Ecco quindi la scelta di prendere una strada decisamente più elettronica e psichedelica, che porta alla realizzazione di un primo lavoro, “Ylium EP”, stampato in 150 copie, il quale andrà a costituire il nucleo dell'album d'esordio “Empire Of Light”, uscito nel 2014 per la Seahorse Recordings di Paolo Messere. Ora Ylium sono Alessandro Cavazzana e Marco Rodella, aiutati nei live da altri musicisti. Parleremo appunto di questo album di debutto “Empire of Light”. L'apertura è davvero apocalittica con “Interstellar Collapse”. Qui la drum-machine suona martellante e insistente ed il cantato sembra venire da un'altra dimensione, richiamando veramente l'idea di spazio siderale. “The Sequence” è un lamento dell'anima, un luogo intimo svestito davanti al mondo intero. La canzone diventa più rabbiosa e acida quando il prepotente riff metallico di chitarra entra in gioco e quando il basso diventa avvolgente. Ci sono dei Radiohead più elettronici in tutto questo. Si procede con “House Of Clouds”, che a dire la verità non entusiasma, e forse il suond rock, in questo caso, sarebbe calzato a pennello. Fosse ancora in vita, ci vedrei bene un Kurt Cobain, a cantare questo pezzo. La melodia, e il dolore del cantato, lo ricordano tantissimo. Il quarto pezzo dell'album è “Mindout/Flux”. Caratterizzata dai suoni delle percussioni un po' tribali e un po' R&B, miscelato all'elettronica stile “Ylium”, è un mix se non altro anomalo, ma che a mio parere funziona. La title-track “Empire Of Light” è un gioiello. La band dimostra con questo pezzo che il primo amore non si scorda mai; si ritorna insomma alla semplicità del rock'n'roll e il messaggio arriva molto più direttamente. Piace già al primo ascolto e fa muovere la testa su e giù. Ma il percorso musicale adesso è un altro e per riprendere il filo del discorso arriva “Your Life In Unique Meaning”, primo singolo pubblicato dal duo veneziano. Sembrerà strano dirlo ma è un brano che ha nella sua ripetitività il suo punto di forza. Non sto parlando di poca varietà di parti musicali, ma più semplicemente ha poca dinamicità. Sembra possa esplodere da un momento all'altro ed invece rimane umile fino alla fine, spiazzando completamente l'ascoltatore. Questo il lato geniale. Andiamo verso il finale con “Dressed up”. Una traccia che inizialmente ha un'impronta disco e che poi si trasforma totalmente con l'entrata del pianoforte, portando il giusto grado di malinconia. Veramente una grande canzone. “Skeptical” è la chiusura del cerchio. Ritmo molto latino che si sposa decisamente bene con la melodia della voce, pur non essendo della stessa parrocchia. Non è sicuramente il pezzo migliore, ma comunque arricchisce il contesto. Cos'altro aggiungere? Un grande debutto, nel quale si intravede già la creatività rinnovata di questi ragazzi, e che sicuramente porterà a risultati ancora migliori per il prossimo futuro. (Davide Vittori)