recensioni dischi
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ED LAURIE AND STRAW DOG  "Trip the wire"
   (2014 )

Ed Laurie and Straw Dog: fuori dal radar, sotto la linea della indecenza. La sua musica è grezza, ancora inesplorata: una volta maestosa, l'altra sporca, in alcuni passaggi anche nuda. Corteggiato con abbandono e cautela dall'industria discografica qui in Europa, in America - quale America? Quella America - successi su iTunes, le canzoni e gli album della settimana, del mese, dell'anno. Albert Camus ha descritto l'album di Ed come ''Bellissimo'', Nigel Williamson del Guardian lo definisce come "Un'artista di raro ed eccezionale talento'', Mark Radcliffe di BBC Radio 2 dice che ''Per distinguersi in questi giorni come un cantautore si deve fare qualcosa di eccezionale, ed Ed Laurie sta facendo proprio questo''. I suoi musicisti ''Straw Dog'' (Andrea Polato, Matteo Cuzzolin, Marco Stagni e Stefano Nicli), al di sopra della linea di indecenza, autentici talenti italiani. Il suono: di un rosso porpora, non conformista e pieno di narrativa e ambiguità. La musica di Ed Laurie & Straw Dog attinge da un'epoca passata, dalla fine degli anni '60 ai '70, senza sembrarne molto simile. Attraverso l'utilizzo di un unico stile di chitarra elettrica e di una voce inconfondibile, di fiati e di una sezione ritmica molto particolare e dinamica, il nuovo album di Ed Laurie circumnaviga un mondo di memorabilie, sogni polverosi e verità difficili da digerire. In un certo senso è Rock and Roll, ma subito dopo non lo è più... è Jazz dove deve essere: in brevi lampi, momenti... Di tanto in tanto è anche psichedelico, ma nel complesso è molto di più di tutto questo: avvincente, singolare, ma familiare al tempo stesso, straordinariamente originale.