recensioni dischi
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ACRE  "Acre"
   (2014 )

Esce il primo disco del trio romano Acre dal titolo omonimo, prodotto dal gruppo stesso e Megasound, distribuito da Goodfellas e Zebralution-Warner. Acre (Ermanno Baron - batteria, Gino Maria Boschi - chitarra, Marco Bonini - laptop) è un trio di improvvisazione che lavora su forme, figure, luoghi della musica e dell’ascolto. Il loro suono è costituito da alcune riconoscibili influenze musicali, e dal modo in cui queste vengono messe in gioco e lasciate “interferire”: dall'improvvisazione tipica del jazz, all’elaborazione in tempo reale dei suoni sintetici, alla ricerca timbrica e gestuale mutuata dalla musica “colta” occidentale. È con queste coordinate che si realizza il “libero gioco” del gruppo, che resta sempre aperto, di concerto in concerto, a nuove e continue modulazioni: quest'album si configura, quindi, come la "fotografia" irripetibile di un momento del percorso creativo degli Acre e non come la sua risultante. La dimensione unitaria del suono è dunque la caratteristica del trio romano, in grado di fondere e amalgamare i timbri dei differenti strumenti (laptop, chitarra, batteria) in una nuova sintesi, rendendo indistinguibili le loro singole “voci”, tanto che la fonte dei suoni resta dubbia e incerta quando si cerca di isolarla dal “gomitolo” dentro cui è intrecciata. "Acre" è un disco frutto di una selezione di brani estrapolati da due lunghe session di improvvisazione: al di là del missaggio non è stata applicata quasi nessuna forma di post produzione, solo il taglio, la selezione e l'estrazione di "momenti sonori" che racchiudono piccole storie e concludono periodi con la loro punteggiatura, dando il senso di una "collezione" di quadri improvvisati, dalle piccole miniature ai crescendo dilatati, da grovigli di meccanismi poliritmici a soundscape apparentemente immobili. Tre strumenti che dialogano in tempo reale e si scambiano di ruolo in un caleidoscopio continuamente mutevole.