NADINE SHAH "Love your dum and mad"
(2013 )
Nadine Shah, vocalist che sceglie tanto la chitarra quanto il pianoforte come mezzo espressivo, è una di quelle rarità nel circuito indipendente inglese, cui varrebbe davvero la pena prestare il massimo delle attenzioni. Venuta alla luce in un piccolo paesino nel nord-est dell’Inghilterra, Nadine tradisce origini miste, pakistane e norvegesi per la precisione, anche se la sua appare una funzione musicale rispettosa di quello che è accaduto nel Regno Unito nella metà degli anni '90, con la consacrazione definitiva del transfugo Nick Cave e dei suoi Bad Seeds e l’ascesa vertiginosa di Polly Jean Harvey. Sono forse questi i caratteri cui Nadine sembra rimandare, pur tradendo una preparazione accademica, elemento di rilievo se si considera un estro compositivo fuori dalla norma, capace di schivare con maestria i luoghi comuni del cantautorato alternativo. Esiste dunque una linea di confine in cui collocare le undici composizioni che appaiono nel suo album di debutto, uscito per la sussidiaria di R&S Apollo. C’è ovviamente lo zampino di James Blake, la cui opera di direttore artistico ha rilanciato alla grande l’originale marchio belga. Il disco – prodotto da Ben Hiller per 140dB – è stato scritto a quattro mani da Nadine con lo stesso Ben, che ha coperto anche un importante ruolo di arrangiatore. Un disco dai toni solenni ed oscuri che, aldilà delle influenze principe, compie una parabola evolutiva nel concetto di arte: Nadine infatti guarda con altrettanta stima all’opera del poeta/scrittore Philip Larkin e della pittrice Frida Kahlo, fornendo una dimensione altra al suo concetto di performance. Le altre figure più papabili, o quanto meno prossime al suo sentire, sono quelle del compianto Arthur Russell (l’uomo che mise d’accordo le avanguardie newyorkesi col sottobosco dance) e della ritrovata Marianne Faithful di ‘Broken English’. Il disco, registrato presso il celebre The Pool di Londra (tra i più recenti client si annoverano Mumford & Sons, Florence & The Machine e The Invisible) può contare sul gusto di Hillier, che in passato ha prestato i suoi servigi a giganti del calibro di Horrors, Blur e Depeche Mode. Uno dei più accaniti sostenitori di Nadine è Jarvis Cocker dei Pulp, che ci tiene a sottolineare come l’immagine innocente della vocalist sia in realtà ingannevole, considerando che in ogni sua performance si assiste ad una trasformazione permanente, trascendentale per certi versi. ‘Love Your Dum And Mad’ è uno di quei lavori adatti a costituire la colonna sonora di intere stagioni.