recensioni dischi
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BOXERIN CLUB  "Aloha Krakatoa"
   (2014 )

''Aloha Krakatoa'' è l'album d'esordio dei Boxerin Club. Questo lavoro corona un 2013 pieno di soddisfazioni per la band romana: un lungo tour italiano colmato con l’apertura agli inglesi Egyptian Hip Hop, l’invito al Music Italy Show di Bologna, la vittoria del premio Sonic Bids all’Arezzo Wave Festival e la conseguente partecipazione alla Cmj Marathon di New York. Ancora: il concerto improvvisato per P. Diddy in strada sempre nella Grande Mela, infine l’uscita del primo singolo ''Caribbean Town'' (il cui video è visibile alla pagina http://www.youtube.com/watch?v=4DZumV5OV2s) che li lancia e prepara a un 2014 da nuovi protagonisti della scena musicale. ''Aloha Krakatoa'' prende il nome dell’isola/vulcano indonesiana che, esplodendo il 27 agosto 1883, provocò il rumore più forte mai udito sul pianeta, un boato che arrivò a quasi 5000 km di distanza provocando la fine dell'isola e del vulcano stesso. L’intenzione del disco è quella, un’esplosione di colori, trombe, chitarre, percussioni e voci che diventa funzionale al raggiungimento di un obiettivo superiore: far ballare, cantare e sognare. Così i Boxerin Club entrano all’Abnegat Studio di Vicenza accompagnati da Marco Fasolo, già cantante, chitarrista e autore dei brani dei suoi Jennifer Gentle, prima band italiana a uscire per Sub Pop. La produzione avviene in analogico, su nastro, in presa diretta totale di basso, chitarra, chitarra e batteria, per lasciare ai brani la spontaneità e la carica del concerto dal vivo, punto di forza della band. Il risultato è un disco caldo e psichedelico ma allo stesso tempo pop, cantabile e melodico. Il risultato, come dice la band, “è un lavoro di world pop", e aggiunge "non volevamo un vestito cucito addosso, ma l’urgenza che sul disco venisse mantenuta, integra la nostra attitudine pulsante e viva, senza l’utilizzo di filtri. A modo nostro abbiamo cercato di trasmettere a tutti voi la voglia di evadere dal vostro contesto giornaliero, anche solo per un’ora di musica, e proiettarvi in un luogo che magari non avete mai visto ma che vi fa sentire vivi”. “Bah-Boh” è l’ultimo brano ad essere stato scritto e il primo del disco, forse quello dove si sente più la mano del produttore, è la dichiarazione d’intenti di ''Aloha Krakatoa'': rock psichedelico che si lascia volentieri cantare e ballare. Si continua con il ritmo e le percussioni di “Caribbean Town”, passando per la danza di “It Takes Two To Tango” e la malinconia pop di “Clown”, fin quando arriva la marimba di “(Boys Are Too) Lazy” a ricordarci che questo ''Aloha Krakatoa'' è un disco world pop di evasione, vario e ricco di diverse sfaccettature. E c’è spazio anche per le fredde colline di “Northen Flow”, dove l’orecchio e il corpo si finalmente si rilassano; pronti via e si riparte con le trombe di “Hedgehogs”, pezzo più datato e bandiera dei Boxerin Club vecchia maniera, freschi, folk e dinamici. Con “Clouds'll Roll Away, “Try Hocket” e “Golden Nose” siamo di nuovo in spiaggia con i Talking Heads di ''Naked'', Paul Simon di ''Graceland'' e i newyorkesi Dirty Projectors. Ma nulla fermerà questa danza, il viaggio è infinito e l’infinito non può essere descritto per intero: "Black Cat Serenade" entra e non finisce più, la sua coda strumentale ci riporta al centro del mondo, dove tutti i giorni è carnevale e l’eterna danza non può che crescere e aumentare, aumentare fino a far esplodere il vulcano Krakatoa. Per sempre.