recensioni dischi
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THE JESUS AND MARY CHAIN  "Munki"
   (1998 )

"Munki" segnò il canto del cigno dei fratelli Reid, a quattro anni dall'oasi acustica di "Stoned & dethroned", che sembrava aver posto fine alla mirabile parabola di questi scozzesi dall’indole umbratile ed intimamente negativa. Lungi dal vergare un capolavoro, Jim & William danno comunque alle stampe un disco per nulla stanco, nè debole o manieristico: “Munki” è invece opera solida, compatta, rumorosa, a tratti più articolata degli ultimi due scialbi episodi che li avevano visti spegnersi poco a poco. Diciassette tracce che si aprono coi consueti tre-accordi-tre (sempre rigorosamente maggiori) di "I love rock'n'roll" e si chiudono coi consueti tre-accordi-tre di "I hate rock'n'roll", affogata in scariche acide di feedback come ai bei vecchi tempi. In mezzo c'è spazio anche per qualche manovra blandamente sperimentale, come l'accenno di elettronica di "Perfume" impreziosito da Hope Sandoval dei Mazzy Star - forse il brano più distante di sempre dai loro canoni - o la cadenza contagiosa di "Moe Tucker", affidata al piglio sinistramente fanciullesco della sorellina Linda Reid, o ancora l'incedere paludoso della tetra "Commercial". In gran parte i brani ricalcano la struttura e le sonorità classiche che li resero celebri (i mid-tempo gracchianti di "Degenerate", "Cracking up", "Birthday" o la più morbida "Never understood", ideale ponte con la "Never Understand" di "Psychocandy"), mentre in qualche episodio se ne discostano di quel tanto che basta per sorprendere con armonie poche volte avvicinate prima (la ballata alla Cure di "Fizzy" o le progressioni in tonalità minore - incredibile - di "Black"). Anche se di fatto i due fratelli lo registrarono da separati in casa, senza nemmeno più rivolgersi la parola e presentandosi in studio l'uno in assenza dell'altro, “Munki” resta commiato degno di nota, quasi commovente nella sua diretta sincerità. (Manuel Maverna)