recensioni dischi
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ZZ TOP  "El loco"
   (1981 )

Lungi dal rappresentare l’opera migliore del trio texano, “El loco” è disco di transizione che non aggiunse nulla alla fama degli ZZ Top, destinati a conquistare le charts solo con il successivo “Eliminator”. L’album racchiude tutte le peculiarità dello stile che valse loro la notorietà, sebbene i dieci brani si discostino a tratti dal tipico boogie che ne segnò gli esordi ed i primi album: “El loco” riuscì tuttavia a preparare il terreno per i singoli chartbuster che ne avrebbero fatto delle vere e proprie icone del blues mondiale solo due anni più tardi, se non altro sfoderando due classici (anche se minori) come “Pearl necklace” e “Tube snake boogie”. Qua e là la tensione cala vistosamente, come ad esempio nella ballata retrò di “Leila” (un brutto incrocio tra Love Boat, “Oh Mandy” e Il Tempo delle Mele) o nel college-rock di “It’s so hard” e “Don’t tease me”, canzoni prevedibili che non avrebbero sfigurato nel repertorio del peggiore Rod Stewart, ma i tre pezzi finali risollevano le sorti di un album fiacco. Sono soprattutto il beat percussivo e frenetico di “Groovy little hippie pad”, che riecheggia la feroce frenesia di Johnny Winter, lo scherzo avanguardistico di “Heaven, hell or Houston”, con la sua narrazione da spy-story, ed il be-bop scatenato alla Little Richard di “Party on the patio”, a rendere più digeribile un disco altrimenti deboluccio. (Manuel Maverna)