recensioni dischi
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RICCARDO COCCIANTE  "Riccardo Cocciante"
   (1978 )

Riecco Cocciante, due anni dopo CONCERTO PER MARGHERITA. Certo, uscire con un nuovo disco dopo il successo clamoroso del precedente non è cosa facile. Il pubblico si aspetta che il cantante si superi facendo sempre meglio ma questo non trova quasi mai riscontro nella realtà. I discografici volevano un prodotto similare per continuare un filone che avrebbe avuto sicuramente riscontri eccezionali ma Cocciante era consapevole del fatto che non si può ricreare a piacimento una particolare atmosfera, una vena compositiva felice di un momento che forse rimarrà unico quando lo si vuole solamente per compiacere il pubblico. Ogni disco è storia a se, un periodo che si conclude nella vita dell’artista nel momento in cui il suo lavoro viene terminato. Questo accade ai veri artisti. Cocciante allora decide di cambiare completamente rotta e di fare un 33 senza la ricchezza orchestrale del precedente, senza quel gusto dell’epicità tipica di Vangelis. In RICCARDO COCCIANTE, l’omonimo album con il quale il cantautore italo vietnamita si riaffaccia sul mercato discografico, c’è invece un’atmosfera di rilassatezza e di semplicità. Giovanni Tommasi è il direttore d’orchestra e l’arrangiatore di tutti i brani del nuovo disco (lui faceva parte dei Perigeo). Le canzoni di questo disco come sempre parlano di amore e di amicizia, senza concedere nulla alla facile rappresentazione oleografica dell’innamoratino in stile Peynet. Marco Luberti, il suo autore di testi, sviluppa questi argomenti con la consapevolezza che non sono sentimenti facili da trovare dietro l’angolo. Le canzoni sono realmente "sentite" e il "mestiere" dell’autore non viene percepito e questo è un gran pregio dei grandi autori, veramente pochi nel panorama dei parolieri italiani. Cocciante- Luberti è stata una coppia alla Battisti-Mogol per quanto il primo (Luberti) surclassi il secondo (Mogol) in sostanza ed eleganza. Mogol lo frega in mestiere e furbizia, qualità che comunque poco hanno a che fare con la vera bravura. Tristezza, rimpianto e nostalgia sono i temi legati a doppio filo agli argomenti amore/amicizia del disco. Il brano scelto come singolo è molto triste e come tutti i brani tristi è anche molto bello. A MANO A MANO, l’esaurirsi di un amore che fu grande ed adesso è ridotto ad una tiepida fiammella perchè il tempo non risparmia nulla, neanche i sentimenti più grandi. E' anche il primo album che porta il nome di Cocciante, di solito destinato all’album di esordio. Questo invece è il sesto per il cantautore. Nei primi cinque c’era sempre una canzone importante che poteva suggerire il titolo all’album (POESIA, ANIMA, L’ALBA e CONCERTO PER MARGHERITA). Fa eccezione MU, che è un concept album, dal quale venne estrapolato UOMO. (Christian Calabrese)