recensioni dischi
   torna all'elenco


DISCIPLINATHA  "Un mondo nuovo"
   (1994 )

Di questa band nostrana, che godette di un minimo di notorietà nel circuito indipendente all’inizio degli anni ’90, si ricorda ben poco, e quel poco è legato al loro far parte del Consorzio Produttori Indipendenti. Cresciuti all’ombra dei CCCP/CSI, e a fianco di altri gruppi del Consorzio (Ustmamò, A.F.A.), si distinsero prevalentemente per la fedeltà alla causa e per qualche guizzo estemporaneo che li guidò sì ad una manciata di canzoni discrete, ma tenendoli sempre lontanissimi da una seppur minima popolarità. La lunga ombra dei CCCP che furono aleggia (anzi: troneggia) sui brani di questo terzo lavoro della band reggiana, assumendo ora le sembianze di un veloce elettropunk militante saturo di effettistica varia (“Sbagliato”), ora di risibile manifesto programmatico (“Un mondo nuovo”): il problema è che i cinque - alle prese con testi inzuppati di una pacchiana socialdemocrazia da mercato rionale - sembrano prendersi sul serio, rinunciando del tutto ad interpretare i brani – molti dei quali scadenti - col piglio grottesco che conferiva credibilità a Ferretti. E’ una proposta autoreferenziale che ha in sè i germi del proprio naufragio: voci grezze quasi dilettantesche, espressività caricata oltremisura, sia quando canta Cristiano Santini sia quando il pezzo è affidato all’ugola indisciplinata di Valeria Cevolani, testi imbarazzanti proposti con enfasi eccessiva (“Crisi di valori”, “Sei stato tu a decidere” con liriche di rara bruttezza su una buona struttura), esperimenti mal riusciti (“Ultima fatica”, che potrebbe figurare tra le cose più acerbe dei 99 Posse o tra le più scontate di Jovanotti). Alla fine le cose più interessanti rimangono la cover di “Up patriots to arms” di Battiato, il delirio visionario di “Lune taglienti” (uno dei pochi testi decenti e con un minimo di lavoro di cesello) e la rilettura del tradizionale “Vi ricordate quel 18 aprile”, cantata da una certa signora Wanda. E se due di questi tre brani portano firme altrui, un motivo ci sarà... (Manuel Maverna)