recensioni dischi
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MASON JENNINGS  "In the ever"
   (2008 )

All’affollato crocevia tra il folk, la tradizione ed il country edulcorato trova il proprio spazio anche Mason Jennings, garbato cantautore poco noto alle masse con alle spalle una discografia assai nutrita nonostante l’età relativamente giovane. “In the ever” è un disco semplice ed intimo: niente di epocale nè di memorabile, ma comunque un disco sincero, povero quanto a dispendio di mezzi occorsi per la realizzazione, ma diretto, senza fronzoli nè complicazioni di sorta ad appesantirlo o renderlo cerebrale. E’ un album fatto di poco che, nonostante non possieda grande appeal, si lascia tuttavia ben volentieri ascoltare ed usare come sottofondo rilassante quasi si trattasse di musica zen. La modalità espressiva prediletta rimane il folk intimista con un fanciullesco tocco di psichedelia (molto più Donovan che Dylan), ma il buon Mason non si ferma al consueto connubio voce-chitarra e preferisce arricchire i brani con qualche sapido trucchetto negli arrangiamenti o con testi venati di compiaciuta ironia (quello di “Your new man” è accattivante, su un refrain contagioso vicino al modello degli chansonnieres francesi). Il risultato è decisamente piacevole, sia negli episodi più raccolti (la soffice “Something about your love”, la lunga confessione di “My perfect lover”, il toccante singolo “Fighter girl”) sia in quelli più ritmati (l’old-time con tanto di armonica di “Memphis, Tennessee”, gli inserti chiassosi della tirata “Soldier boy” col suo coretto sixties), con qualche punta di eccellenza raggiunta in almeno un paio di tracce: la conclusiva “In the city” che ondeggia su un pianoforte da cabaret e soprattutto l’iniziale “Never knew your name”, in bilico tra un’apertura jazzy ed un finale sospeso, punti in apparenza lontani uniti da un singalong azzeccato e da una grazia ammirevole. (Manuel Maverna)