TEMPELHOF "Frozen dancers"
(2013 )
Da un magma ambient/shoegaze (lascito degli esordi per l'inglese Distraction Records), ampiamente dilatato in un'elettronica più radicale con innesti kraut, linguaggi dub, e sapientemente miscelato con sperimentazione e gusto per la melodia in parti eguali, emerge ''Frozen Dancers'', il nuovo disco dei Tempelhof, suggellato dal marchio Hell Yeah Recordings. Dopo due ep (“You K” e “City Airport”), il duo italiano Tempelhof, ovvero Luciano Ermondi e Paolo Mazzacani, rafforza la collaborazione con l'etichetta ferrarese attraverso un album che rappresenta la sintesi estrema di un suono maturato in più di cinque anni di esplorazioni musicali. ''Frozen dancers'' è un “attimo congelato”, una danza glaciale, scura e abissale, nella quale il beat disgregato è illusione di movimento. Il suono si è fatto un viaggio ancor più lungo in terra d’Albione, ne ha interiorizzato la ''grana grossa'', la densità, l’ossessione, per tracimare e riposare su una spiaggia nordica, laddove, quando il sole splende, ferisce. E’ un disco di ricerca, personale, che porta il suono Tempelhof alla sua massima definizione. Molte le registrazioni ambientali, massivo il ricorso all’analogico, alle sferzate elettriche di oscillatori eighties in marcia. L’utilizzo delle chitarre rimane fondamentale nel processo creativo. Riverberate, ritardate, dilatate all’estremo, sfiorano la terza dimensione, mentre le voci, sfigurate e convertite in strumento a loro volta, si stratificano in autostrade ribollenti. Necessaria menzione per l’artwork dell’album, curato dall’artista Andrea Amaducci, stylist e storico autore delle grafiche di Hell Yeah Recordings.