recensioni dischi
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HALL & OATES  "Bigger than both of us"
   (1977 )

L’Inghilterra ha trovato, in questo primo scorcio del 1977, dei nuovi idoli. Si chiamano Daryl Hall & John Oates e sono americani. Dopo l’ubriacatura dovuta al complesso dei Bay City Rollers (che comunque da queste parti vanno ancora forte) ora tocca a questo duo di Philadelphia che non offre nulla di nuovo ma che sa valorizzare al massimo quello che scrive. Tutti i giornali anglosassoni parlano di loro in termini entusiastici, tanto che i loro spettacoli a Londra e in tutta l’Inghilterra sono sold out già dal mese precedente. I due suonano insieme da molti anni e sono cresciuti con i dischi di Elvis, anche se la loro musica non si può catalogare in un genere preciso. Il loro primo album risale al 1972 ed esce per l’etichetta Atlantic. Il titolo era WHOLE OATES. Il secondo, l’anno dopo, si chiama ABANDONED LUNCHEONETTE, molto più articolato e maturo del precedente e ricco di spunti. Il terzo, del 1974, è in collaborazione con Todd Rundgren in veste di produttore ed è un disco più orientato verso il rock. Il titolo è WAR BABIES. Poi tocca all’album intitolato a loro stessi, DARYL HALL & JOHN OATES, il primo uscito per la Rca, nel quale il duo torna a sonorità morbide e rilassanti, certamente più adatte alla loro personalità. SARA SMILE è il singolo che rimane per cinque mesi nelle classifiche inglesi e arriva al quarto posto in quelle americane. Il pubblico gradisce molto questo nuovo corso e disco, e ancora di più quello successivo, chiamato BIGGER THAN BOTH OF US e che li fa conoscere al pubblico italiano sebbene non venda abbastanza da entrare tra i primi 30 classificati. In questo disco c'è un po’ di tutto, dalla ballata al soul senza una vera soluzione di continuità, però senza dare la sensazione che le stanno provando tutte per piacere a più pubblico possibile. Diventa disco di platino e contemporaneamente l’Atlantic ristampa il singolo SHE’S GONE che nel 1973 faceva parte dall’album ABANDONED LUNCHEONETTE e che difatti lo trascina nuovamente in classifica. Da notare che quel singolo all’epoca arrivò in classifica solo grazie ai Taveres che ne fecero un hit. In questo periodo, tra l'altro, Daryl Hall incide il suo primo disco da solista con la supervisione e produzione di Robert Fripp. Si chiama SACRED SONGS ma la Rca lo ritiene troppo poco commerciale e forse deleterio per l’immagine del complesso e così non uscirà fino al 1980. Il cantante è il biondo Daryl che è anche il dominatore della scena, essendo il più avvenente dei due. Fascino unisex, così come questo decennio ci ha abituati (da Bowie a Bolan). L’altro, il moro (a metà tra Monzon e un sardo) è in verità il cervello del duo. Il fatto curioso è che in America, Hall & Oates erano famosi, sì, ma non da giustificare gli entusiasmi che riscuotono nel Regno Unito, che di solito ha sempre accolto con riserva ogni cosa che non fosse tipicamente Made in England. In patria hanno l’appoggio di un discreto numero di ammiratori ma si sa, l’America è più grande e c’è più concorrenza. Comunque dal 1977 la loro fama diventa talmente vasta che anche in patria vengono considerati dei numeri uno. Le classifiche di vendita sono lì a dimostrarlo. La loro musica è facile anche se non come quella dei Bay City Rollers e attecchisce su un vasto pubblico. Bisogna anche dire che in Inghilterra sta calando un periodo di crisi. Il boom degli anni sessanta è finito da un pezzo, il rock progressive sembra ormai interessare a pochi eletti, il punk sta prendendo piede così come sta impazzando la discomusic. Manca un gruppo di riferimento in alternativa ad un ristretto parco artisti da copertina e quindi bisogna prendere quello che viene. Per questo motivo giornali come New Musical Express e Melody Maker spingono il duo oltre l’effettiva capacità artistica. Non dimentichiamoci che il mondo della musica pop è ricco di episodi di questo genere. Il boom dei Monkees nel 1967 in UK è frutto di una capillare strategia di mercato coordinata a tavolino tra casa discografica e stampa locale. Poi ci sono altri casi come quello di Jimi Hendrix o di Suzi Quatro, diventati famosi prima in Europa e poi, di rimbalzo, in Usa. Il tour europeo di Hall & Oates non include l’Italia e per questo i fan italiani del gruppo devono accontentarsi del solo vinile. Grazie a questa massiccia campagna pubblicitaria diventano dei big anche in Usa. Negli anni ottanta il duo si muoverà poi verso un genere più soul e funky che frutterà loro parecchi hit da classifica come PRIVATE EYES (molto famosa anche in Italia) e I CAN’T GO FOR THAT. Quaranta singoli negli US Top 10 non sono proprio da buttare via, direi... Daryl Hall nel decennio degli ottanta avrà anche un record personale: sarà il compositore che avrà ottenuto più primi posti in classifica (sette) con canzoni date ad altrettanti artisti: tanto per fare un esempio, Paul Young e EVERYTIME YOU GO AWAY, che nel 1984 divenne un successo formidabile anche da noi. Verranno poi varie volte in Italia durante gli anni ottanta ma, a parte rare eccezioni, non avranno mai uno zoccolo duro di aficionados, sebbene Ron nel 1983 incida la versione italiana di un loro successo (I CAN'T GO FOR THAT) a cui dà il titolo di 'HAI CAPITO O NO?' che fa venire a molti la curiosità di ascoltarne la versione originale. (Christian Calabrese)