recensioni dischi
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LA METRALLI  "Qualche grammo di gravità"
   (2013 )

Questo disco di La Metralli è dedicato a tutti coloro che hanno cercato e che stanno cercando qualche grammo della loro gravità, senza preoccuparsi del vento e di quanto a volte possa fare male trovare il proprio peso.
 La forza di gravità di cui si parla riguarda la capacità di cadere nelle cose con il proprio peso specifico, singolare, soggettivo, mentre intorno tutto si fa leggero, troppo leggero, inconsistente. I grammi allora sono anche le tracce del disco, un misura infinitesimale di musica e di peso. Gli elementi che percorrono questo album sono il vento e le coordinate del tempo, un tempo non logico e consequenziale, ma circolare. La scrittura si protende nella ricerca di immagini al limite del loro senso logico, per aprirsi a fronti più analogici ed irrazionali. L'uso delle parole è a volte volutamente forzato nel contesto della frase, al limite, affinchè ricostruiscano un senso che appartiene più ad una visione o ad uno stato d'animo che ad un concetto. Quindi dai testi emergono a risuonare non solo le metafore, ma le parti che le compongono: le parole. Anche con questo secondo disco è difficile collocare la musica de La Metralli in un genere preciso e definitivo, rimandando ancora alla definizione che il gruppo ha dato della sua musica: Avantique. Antico e contemporaneo insieme. Il disco è stato interamente registrato a 432Hz, la frequenza dell'accordatura naturale, scegliendo di non utilizzare la frequenza di riferimento imposta per convenzione il secolo scorso e generalmente utilizzata a 440Hz (frequenza del La del diapason a 440Hz) che è quindi più accelerata rispetto alla naturale predisposizione dell'essere umano. Secondo molti amanti della musica, l'accordo e il brano a 432 Hz risulta più bello per l'udito, è più morbido, più luminoso: più naturale per il corpo dell'uomo. La ricerca specifica dei suoni per ognuno dei brani segnala una visione complessiva: ogni traccia del disco è un passo che ha cercato le proprie radici divenendo un preciso spazio soggettivo, disinibito ed emotivo. Una stanza assolata, uno scorcio o un angolo di corpo.
 Sono state usate 15 diverse modalità di presa della voce e delle chitarre, grazie anche alla straordinaria collaborazione e cura di Davide Cristiani (Bombanella Soundscapes), ingegnere del suono dell'album.