THE HANDSOME FAMILY "Twilight"
(2001 )
Se mai vi capitasse di ricevere un invito a cena – rigorosamente all’ora del crepuscolo - da parte dei coniugi Brett e Rennie Sparks, pensateci bene prima di accettare. Dietro le apparenze innocue, questo bizzarro duo di songwriter si dedica infatti ad un oscuro alt-country dalle sfumature goticheggianti ed austere, che cela subdolo un’unica anima nera e tormentata; le loro canzoni assumono toni lugubri e spettrali, ben supportati e veicolati dal baritono mellifluo di Brett e da un andamento ondivago ed ingannevole degli accordi impiegati. Le storie narrate, firmate dalla mogliettina Rennie, sono sovente incentrate su temi che richiamano morte, pazzia (“There’s a blind man who hears angels, he hears them whispering inside potatoes” canta Brett in “Gravity”), depressione e solitudine, stendendo su brani piuttosto convenzionali - almeno da un punto di vista strettamente musicale - una opprimente patina misterica che talvolta gela il sangue. E’ un malessere che atterrisce, più psicologico che esistenziale, instabilità mentale più che male di vivere; un sordo martellamento che rimbomba ovattato in tredici episodi nei quali una vibrante, strisciante paranoia serpeggia infida fra le rovine di composizioni agonizzanti e funeree. Tutto è ingannevole, a partire dalla bella ballata cadenzata di “The snow white diner”, che apre l’album con un canto semi-chiesastico ed un racconto di infanticidio-suicidio, per proseguire con l’arrancare malato di “Passenger pigeons” e col country falsamente confidenziale di “A dark eye”, brani che ruotano attorno ad atmosfere rese ancor più sinistre dal taglio schizoide di testi snervanti. Perfino il ballabile terzinato à la Paul Anka di “There is a sound”, che sembra eseguito da un crooner da dance-hall anni ’50, nasconde qualcosa nelle liriche sibilline che lo accompagnano (“There is a sound, late at night when you’re asleep it follows you in your dreams”), come pure l’inequivocabile imitazione di Johnny Cash in “Cold, cold, cold”, dove quello di Cash non è il solo fantasma che abita la canzone (“Out on highway five there’s a field where sometimes at night people disappear”); Brett gigioneggia giocando a fare Elvis nello swing spazzolato di “I know you are there” (“When the rope of death strangles and dark waters roar and foam, I know you are there”), pennellando poco dopo la stralunata lullabye di “Birds you cannot see” (“There are birds in the darkness who douse electrical fires flaring up in nursing homes and the bedrooms of blind men”), stilando poi sull’ennesima aria country (“So long”) un tranquillo, quasi apatico elenco di animali uccisi da un bambino che saluta tutti quanti in un arrivederci a presto (“So long to the seagull I hit with a rock, so long to the squirrel I accidentally shot, I’ll see you on the other side”), cesellando infine una dimessa epifania dell’apocalisse nella lenta cantilena di “Peace in the valley once again”. Se mai vi capitasse di ricevere un invito a cena – rigorosamente all’ora del crepuscolo - da parte dei coniugi Brett e Rennie Sparks ed aveste la malaugurata idea di accettarlo, badate di non recarvi a quel casolare disperso nelle foschie campagnole a stomaco vuoto: mangiate qualcosa prima, perchè dietro il pesante portone di legno semichiuso e scricchiolante potreste trovare solo silenzio, penombra e polvere ad abitare stanze desolatamente deserte. Come Nicole Kidman e famiglia in “The Others”, i coniugi Sparks potrebbero esistere solo in un libro di foto ingiallite di un secolo fa. Ah, a proposito di foto, ce ne sono alcune di animali sulla copertina del cd: “I don’t know where any of these photos came from – commenta Rennie – I woke up in a pool of blood, and there they were”. Siete avvisati. Buona cena. (Manuel Maverna)