ROKIA TRAORE' "Beautiful Africa"
(2013 )
Torna la regina della musica africana dopo quattro anni di assenza, ma solo dalla scena musicali: Rokia infatti è stata protagonista del progetto ''Africa Express'', in cui ha coinvolto Paul McCartney, Damon Albarn e John Paul Jones, e ancora più recentemente ha preso parte alla rivisitazione teatrale di "Desdemona", ad opera dell'autrice di romanzi premio Nobel Toni Morrison e di Peter Sellars, portando in una dimensione africana la storia della tragica eroina di Shakespeare. E’ ora la volta di "Beautiful Africa", un album denso di significati e di potenti nuove canzoni, ascoltate per la prima volta nel Donke project, giusto per ricordare agli ascoltatori che è stato il rock la prima vera fonte d’ispirazione della folgorante carriera di Rokia: “Mi piace davvero il rock,” dice, "ed è stata quella la causa che mi ha spinto a fare musica”. Sono ben tre i chitarristi di “Beautiful Africa”, inclusa Rokia: l'album, costruito infatti su riff di chitarra e su un solido lavoro di basso, possiede un ben distinto feeling dell’Africa dell’ovest grazie alle emozionanti performance di Mamah Diabaté al n’goni, l’antico tradizionale liuto Africano, strumento usato dalla Traoré in svariate composizioni nell’arco della sua carriera. La scelta del produttore è caduta su John Parish, scrittore, chitarrista, e produttore già al servizio Tracy Chapman, Eels, Cleo T. e PJ Harvey. Rokia Traoré, John Parish, e Stefano Pilia (Massimo Volume) suonano le chitarre sull’album, con Nicolai Munch-Hansen al basso, le percussioni sono ad opera di Sebastian Rochford (Polar Bear), effetti e ‘human beatbox’ di Jason Singh, n’goni e cori sono dei musicisti Maliani Fatim Kouyaté e Bintou Soumounou, entrambi membri della Fondazione “Passerelle” che Rokia Traoré ha fondato a Bamako, nella capitale del Mali, per spingere i giovani verso una carriera musicale e per sostenere la crescita della cultura musicale nel suo paese d’origine. Le canzoni sono nel linguaggio “Bambara” originario dell’Africa dell’ovest, così come in Francese e occasionalmente anche in inglese, mentre i testi sono essenzialmente riferiti a pensieri della sua vita personale e della tragedia che sta investendo il Mali, un paese divenuto famoso nel mondo grazie ai suoi straordinari musicisti. La traccia che dà il titolo all’album è costruita su un potente ritornello rock, è una vera e forte canzone d’amore per la maltrattata e ferita Africa, e riflette tutta la rabbia e la disperazione di Rokia per quanto accaduto in Mali, che così commenta i problemi che affliggono il continente nero dalla Costa D’avorio al Congo: “Incessante è il fiume delle mie lacrime, ardente è il mio dolore, il conflitto non è la soluzione... Signore, dacci lungimiranza e saggezza”. Altre composizioni dell’album comprendono la toccante ballata “Sarama”, una canzone di preghiera a una donna Maliana, parzialmente cantata in Inglese, e la personalissima “Mélancolie”, un sorprendente brano ritmato che parla di solitudine e tristezza, che è già una hit radiofonica in Francia. Rokia Traoré e indubbiamente un’artista unica nel suo genere; difficile trovare qualcuno capace di spaziare all’interno della cultura Maliana con una singolare attitudine rock Africana.