recensioni dischi
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PALKOSCENICO  "Rockmatik"
   (2013 )

Nell'accezione popolare, Napoli significa pizza, mandolino e melodia d'altri tempi, stile Caruso o, nel più recente dei casi, Gigi D'Alessio o Gini Finizio. Per chi invece, solitamente, pratica tutt'altro genere di musica, per fortuna ci sono i Palkoscenico, band partenopea (già giunta al 4° disco in quasi 15 anni di attività) che, piuttosto che mandolini o tarantelle, frequenta dub, world music, rock, elettronica, reggae, e chi più ne ha più ne metta. Non solo: la prima idea che salta alla mente all'ascolto di queste 12 (ottime) tracce è che ci si trovi di fronte ad una proposta pronta per sbarcare all'estero. Dove, sia chiaro, è vero che ci apprezzano per Bocelli e per Cutugno, ma dove anche (ringraziando il cielo) c'è chi comincia a seguire con interesse gli sviluppi musicali della nuova generazione tricolore. Sono soprattutto le sonorità, nel progetto Palkoscenico, ad apparire immediatamente internazionali: e questo, va detto subito, nonostante la scelta di frequentare quasi esclusivamente l'italico idioma (in 10 brani su 12), a dimostrazione che, se si fa ottima musica, ciò che conta è il mood, il ''tiro'', la carica che i brani esprimono, roba insomma che supera di slancio qualsiasi confine di linguaggio. Potente ma centrata, ed al tempo stesso orecchiabile, la proposta di questi ragazzi è una delle più belle sorprese degli ultimi tempi. Il sound di queste 12 proposte (soprattutto ''Brucia'', ''O’suono de culture'', con il featuring dell'artista ed attivista nigeriano Righteousman, ed il singolo in rotazione radiofonica ''Mi piace'') è oltremodo attuale, e le note sono condite da un tessuto testuale tutt'altro che banale, anzi a volte superiore allo stesso impianto musicale. Il tutto presentato con un raro equilibrio, al punto che fa quasi dispiacere che questi ragazzi siano provenienti da Napoli: nulla, ovviamente, contro la magnifica città campana, che tutto il mondo ci invidia, ma viene da pensare che se il gruppo fosse invece di Birmingham, o di New York, oggi avremo l'etere e le charts letteralmente invase dal loro sound. E sarebbe un'invasione assolutamente meritatissima, e soprattutto piacevole per chi si facesse invadere da quest'onda sonora. L'augurio è che i Palkoscenico arrivino comunque al grande successo che meritano. Per sfatare, in Italia e (perché no?) in tutto il mondo, il luogo comune della musica tricolore datata e mielosa. Qui c'è anche chi fa musica con le palle. Come i Palkoscenico. (Andrea Rossi)