recensioni dischi
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JOHN LENNON  "Rock'n'roll"
   (1975 )

Uno che negli anni cinquanta era solo un adolescente e che, grazie a quegli anni, si è potuto formare musicalmente è John Lennon che vuole omaggiare a modo suo il decennio tornato alla ribalta. Il suo nuovo album si chiama ROCK’N’ROLL (ma avrebbe dovuto chiamarsi OLDIES BUT MOLDIES per parodiare una celebre raccolta dei Beatles intitolata OLDIES BUT GOLDIES) e sulla copertina c’è la foto di un Lennon del 1961 ad Amburgo, con tanto di pettinatura d’epoca, quando il repertorio dei primissimi Beatles era costituito da standard classici americani del rock’n’roll. Un disco che aveva da un po’ nella pelle e che aveva cominciato a registrare già alla fine del 1973, poi rivisitato nel’ottobre 1974. Non è un lavoro nuovo, ma un divertimento ed un tributo doveroso da parte di John Lennon; si tramuta in una specie di disc jockey tanto che quando presenta la canzone di Lloyd Price JUST BECAUSE dice 'lo ricordate questo?' mentre la musica è già partita. Un disco che esce al momento giusto, proprio quando tutto il mondo è volto verso il passato. I brani inclusi nella raccolta risentono parecchio della presenza di un personaggio come Phil Spector che riarrangia lavori già suoi e vissuti in prima persona. Ed ecco uno dopo l’altro brani come BE BOP A LULA, RIP IT UP, SWEET LITTLE SIXTEEN, READY TEDDY, BONY MORONIE. Sono 13 canzoni. Su tutte svetta STAND BY ME, che in realtà non è degli anni cinquanta ma del 1961. Canzone scelta anche come singolo e che ottiene un buon successo in Italia. Naturalmente, ascoltando i brani del disco, ci si rende conto che siamo nel 1975 e non nel 1955: le sonorità sono differenti ma questo non rovina l’effetto. La scelta dei classici americani viene spiegata dallo stesso Lennon quando afferma che a volte sente che sarebbe dovuto nascere a New York e non a Liverpool e stavolta ne è dannatamente convinto. E’ di questo periodo l’immagine di Lennon con la maglietta bianca senza maniche e la scritta New York City che campeggia in tutti i negozi di souvenir nella New York del duemila. Quella stessa New York che sarebbe stata location della sua morte cinque anni dopo. (Christian Calabrese)