recensioni dischi
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KINGSHOUTERS  "You vs. me"
   (2013 )

Evidentemente, gioventù non significa per forza inesperienza, e nemmeno immaturità. La prima cosa che salta agli occhi (anzi, alle orecchie) ascoltando ''You vs. me'', album d'esordio dei verdissimi Kingshouters (età compresa tra i 18 anni appena compiuti del batterista Leonardo De Franceschi ed i 21 del fratello Roberto, chitarra e voce dell'ensemble), è proprio una stupefacente maturità: come se il cd non fosse per niente un disco d'esordio, come se questi brani fossero il compimento di un percorso cominciato secoli fa invece che i primi prodotti di penne talmente giovani da sembrare quasi vergini. Probabilmente, in questo processo, la guida artistica di Michele Clivati (chitarrista e produttore dei Nena and the Superyeahs, già al lavoro anche con Dolcenera, Denise, Francesco Sarcina e molti altri) ha avuto il suo predominante peso, ma sarebbe chiaro anche ad un sordo che questi ragazzi bergamaschi hanno talento da vendere. Oltre, va detto, ad una padronanza strumentale del tutto ragguardevole. ''Dance'', ''Sometimes I can't sleep'', ''Levels'', ''All I know about you'': ogni passo del percorso rappresentato da questo album è perfettamente rotondo e centrato, alla faccia del brevissimo percorso artistico della band e di come le cose, per questi ragazzi, siano esplose e precipitate nel giro di pochissimi e vorticosi mesi. Trattasi di alternative-indie rock di ottima fattura, che passa con nonchalance dalle spire dark di ''Friends'' ad un ''quasi pop'' fresco ma al tempo stesso maturo che, soprattutto, non presta il fianco a nessuna scomoda somiglianza: ed il raggiungimento di questa originalità e genuinità di scrittura è davvero sorprendente, sempre se rapportata alla tenerissima età ed esperienza di questi ragazzi. Non abbiamo la boccia di cristallo per dirvi con certezza se i Kingshouters raggiungeranno o meno il seguito o la celebrità che meritano: di certo, un prodotto di questa portata non sfigurerà nel confronto con le migliori realtà europee indie rock. Più che un augurio, è una certezza. (Andrea Rossi)