recensioni dischi
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PICO RAMA  "Il secchio e il mare"
   (2013 )

Rapper "sperimentale"? Che ci sarà mai di sperimentale nel rap? E, per Giove, in questo momento di straordinario fulgore per l'hip hop made in Italy (Fedez, Emis Killa, Marracash, Nesli, Clementino, Club Dogo, Ensi, Baby K, Salmo, Fabri Fibra, Moreno, Dargen D'Amico, Noyz Narcos, e chi più ne ha più ne metta), c'era proprio bisogno di sperimentare? Qui, in ''Il secchio e il mare'', il nuovo album di Pico Rama (a due anni dal suo primo cd “La danza della realtà”), non c'è solo rap, ma anche reggae (anzi, raggamuffin), per sconfinare addirittura nel progressive. Un bel zibaldone, insomma. Davvero, se ne sentiva il bisogno? Mah... Però... Però i suoni non sono niente male, le tracce scivolano via con grande piacere: mica per niente la produzione artistica è di Marco Zangirolami, uno tra i più noti arrangiatori e produttori musicali italiani (al lavoro con J-Ax, Fabri Fibra, etc.). Vabbè, tutto qua? Però... Però ''Cani Bionici (Technotitlan)'', con il ''featuring'' di Dargen D'Amico, è davvero un gran pezzo... E poi... Poi ''Alla corte del pazzo'' (con l'ospitata di Alessandro Formenti) ti entra in testa e non ti molla più... Basta così? Neanche per sogno: ''Manitù'' è un'altro colpo a segno, così come vince pure ''L'amaca'', realizzata con il geniale ausilio di Seppiah, quel pazzo rapper che, qualche mese fa, in ''16 barre'', compose il testo usando esclusivamente i titoli dei singoli di Daniele Silvestri... Porca miseria, ma in ''Rosa quantica'' c'è pure Danti dei Two Fingerz, e l'unione è davvero esplosiva... Ma allora... Allora, accidenti, quest'album è una vera bomba... Un fulmine a ciel sereno, un'appassionante rivelazione... Ah, dimenticavo: Pico Rama, incidentalmente, è figlio di Enrico Ruggeri. Esatto, proprio del cantautore di ''Mistero'' e ''Il mare d'inverno''. Che c'entra Pico con cotanto padre? Niente, per quanto riguarda lo stile ed il genere. Tanto, evidentemente, per quanto riguarda la passione musicale. E, soprattutto, il figlio ha chiaramente preso dal papà la voglia di combattere, di non seguire le strade più facili, di non accontentarsi. Se Enrico decise, a suo tempo, di non sfruttare la facile popolarità decretata dalla duplice vittoria sanremese (per la suddetta ''Mistero'' e per ''Si può dare di più'' con Morandi e Tozzi), convinto a seguire la propria strada di autore coerente, mai banale, capace di capolavori come gli album ''Il falco e il gabbiano'' ed il recente ''Frankenstein'', il figlio Pico (all'anagrafe Pier Enrico Ruggeri) ha deciso, con eguale coraggio e dignità, di non sfruttare la popolarità paterna per seguire invece la propria strada, adottando nomi d'arte (inizialmente Pico Fm, poi solo Pico, ora Pico Rama) a sancire definitivamente il distacco da cotanto genitore. Come dicevamo, Pico vince senza indugi la propria sfida. Presto, chissà, più che etichettarlo come il figlio di Enrico Ruggeri, qualcuno potrebbe, viceversa, definire Ruggeri semplicemente ''il padre di Pico Rama''... Di certo, lo stesso padre ne sarebbe orgoglioso... (Andrea Rossi)