recensioni dischi
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NOMADI  "I Nomadi interpretano Guccini"
   (1974 )

1974, i Nomadi continuano a sfornare dischi e successi sebbene i loro fans e parte della critica siano abbastanza spiazzati da una schizofrenica scelta di repertorio. L’estate ci regala un gruppo abbonato al Disco Per L’Estate e a canzoni ottime ma di gusti ed atmosfere leggermente differenti rispetto agli LP autunnali. Per meglio dire, pop di classe sotto il solleone che contrasta con le canzoni d’autore nei mesi freddi. Due Nomadi per due pubblici differenziati? No, giocano bene le loro carte, vendite cospicue con singoli più alla portata di tutti che permettono loro un disco importante all’anno con un repertorio più selezionato. Difatti questo ultimo 33 non comprende il successo estivo TUTTO A POSTO ma solamente liriche e musiche di Francesco Guccini, così come il precedente. Il primo si intitolava I NOMADI CANTANO GUCCINI, questo I NOMADI INTERPRETANO GUCCINI. Il gruppo ha sempre avuto un legame molto stretto con il cantautore emiliano. Entrambi provenienti dalla stessa terra, dal tempo di DIO E’ MORTO e NOI NON CI SAREMO non si sono mai persi di vista sebbene il loro cammino abbia battuto sentieri differenti. La loro sensibilità è affine e matura col passare del tempo. Se nel 1966 si esprimeva con la protesta ora la stessa lascia campo alla riflessione. Come Guccini stesso canta in un suo brano chiamato CANZONE DELLE OSTERIE DI FUORI PORTA: delle rabbie antiche non rimane che una frase oppure un gesto. In questo disco ci sono brani molto belli interpretati da un cantante stupendo (non come timbro, forse, ma come livello ed intensità) che è Augusto Daolio che ne dà un’interpretazione aderente e pulita. Un disco quadrifonico missato negli studi di Abbey Road. Arrangiamenti minimali di Vince Tempera, così come conviene a canzoni la cui forza viene soprattutto dai testi. (Christian Calabrese)