recensioni dischi
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KARL BARTOS  "Off the record"
   (2013 )

Dura, la vita del gregariato. Specie quando si è fatto parte di un gruppo storico come i Kraftwerk, polarizzato su Ralf e Florian: così gli altri due, Karl Bartos e Wolfgang Flur, hanno passato i successivi 30 anni quasi a cercare di raccontare come le cose non fossero poi così limpide, e che tutto sommato il loro contributo, ecco, non era soltanto quello di fare da "showroom dummies" alle idee dei due boss. Flur lo ha fatto tramite una autobiografia ("Io ero un robot"), Bartos attraverso la musica. Non poi tanta, dato che questo arriva 10 anni dopo il precedente "Communication", e deve la sua uscita al vicino di casa (!) che, sentendo uscire dalle finestre della musica, ha convinto Bartos alla pubblicazione del tutto. Qui siamo nell'ambito del technopop puro, ripulito nel bene e nel male dalle esagerazioni dei Kraftwerk: ovvero, roba più abbordabile ma scolastica, più scolastica ma abbordabile, dove le tracce del passato si sentono eccome ("Atomium", santo cielo, ricorda "Computer love" e nemmeno poco), dove l'uso del vocoder è forte - pur senza avere, a decenni di distanza, ovvio, lo stesso impatto che poteva avere all'epoca - ma dove si cerca di dare anche una declinazione melodica al tutto. Andando su terreni che potevano essere quelli dei New Order o degli Electronic, e andatevi a vedere chi sono gli autori di "Musica ex machina", per capire che, insomma, proprio lì si va a parare: d'altra parte andrebbe spiegato, alle giovani leve, che non è Karl Bartos ad imitare chi poi di questo genere ha fatto il proprio stile, ma assolutamente il contrario. Poi è chiaro che, nel 2013, tutto sembra un clamoroso corto circuito temporale, e il mondo non è diventato schiavo dei manichini come forse i Kraftwerk immaginavano duecento anni fa, e forse non è nemmeno un male. Per capire, andatevi a sentire e vedere il video di "Without a trace of emotion", dove Bartos gioca con quei famosi manichini dei tempi di "The man machine", ma rimpiangendo la totale mancanza di emozioni che c'era in quel mondo. Disco retrò, ma assolutamente imperdibile per chi ha amato quel genere, anche se il ragazzone ha superato la sessantina e, di certo, per quanto riguarda l'elettronica è stato superato a destra da tanti che sono arrivati. Ma se non ci fosse stato lui, ecco, le cose sarebbe andate diversamente. Imperdibile, anche se settoriale. (Enrico Faggiano)