recensioni dischi
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FATHER JOHN MISTY   "Fear fun"
   (2012 )

Gli anni '70 sono tornati. Father John Misty non sarà la vostra guida musicale, ma colui che vi condurrà nel turbinio di decadenza che solo un David Lynch in “Mulholland Drive” ha saputo così perfettamente interpretare. Benvenuti nella soleggiata California. Dalla vocazione pastorale a quella musicale, Joshua Tillman è uno che sa reinventarsi. Talento che oggi non guasta. Da molti definito un “rottamatore” per i suoi cambiamenti repentini, a partire dal nome, non ci presenta di certo il suo primo lavoro solista ma, per l'ex batterista dei Fleet Foxes, il primo sotto il nome Father John Misty, a segnare uno stacco netto con i suoi lavori precedenti. Via il look da hippie della lontana Seattle, ora si fa strada un’immagine più adeguata alla Hollywood in cui ha composto questo suo ultimo lavoro, un look più adatto, nel dettaglio, alla Laurels Canyon, che ha segnato alcuni dei momenti più importanti nella storia della cultura pop della Southern California. E se si cercava una perfetta summa di questa nuova stagione musicale americana, pare che nel lavoro di Tillman sia possibile trovarla: fuggito dalla depressione che lo divorava nel lontano nordovest, arrivato nella mecca del peccato, e chiuso a lavorare su se' stesso, ne è emerso con un nuovo personaggio, carismatico e capace brillantemente di prendere il centro del palco, dopo essere stato per anni osannato come batterista di una delle band che maggiormente hanno contribuito a lanciare il sound americano nell'indie in tutto il mondo. "Hollywood Forever Cemetery Sings" è di per sè una piccola hit: un video stiloso, supportato da una canzone con un crescendo monumentale, che rispecchia perfettamente la decadenza hollywoodiana. Con quest’album solista della svolta, congeda anche la vena intimista di una vita intera per aprirsi ad un cantautorato a volte duro e springsteeniano, a volte soul e accattivante come nel singolo "Nancy from now on".