recensioni dischi
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DANIEL POWTER  "Turn on the lights"
   (2012 )

Dopo il travolgente successo di “Bad Day” (2005), hit da oltre tre milioni di copie solo negli Usa, con cui ha trionfato nelle classifiche di tutto il mondo e ottenuto una nomination ai Grammy per la miglior perfomance pop, Daniel Powter torna con il nuovo album “Turn On The Lights” (UEG/EMI). Già pubblicato negli USA, in Inghilterra, in Canada e in Giappone, l'album arriva in Italia dopo il successo radiofonico del primo singolo "Cupid" che ha imperversato nelle radio italiane durante l’estate. Il brano, vera e propria esplosione di energia musicale e buoni sentimenti, ha come tema dominante l’amore che l’artista canta in tutte le sue declinazioni e sfumature nelle dieci title track di “Turn on the Lights”. Per il quarantaquattrenne artista canadese, rimasto lontano dalla scene per diversi anni, “Turn on The Lights” rappresenta una vera e propria rinascita artistica e personale dopo anni difficili. Dopo la smash hit “Bad Day”, infatti, il cantante ha affrontato un periodo di depressione, droga e alcol che lo hanno tenuto lontano dalla musica: “Quando i riflettori si accendevano per me, dicevo semplicemente che non li volevo. Li odiavo. Odiavo andare in tv”, ha raccontato recentemente in un’intervista. Ritrovato un nuovo equilibrio, ormai disintossicato e trasferitosi a Los Angeles con le sue due bambine e la sua compagna, Powter ha ritrovato la voglia di tornare ad essere protagonista della scena pop mondiale. Nella tracklist dell’album spicca il pop orecchiabile, ritmato e sostenuto di brani come “The Day We Never Met”, in cui Powter canta un giocoso auto-reverse di una storia d’amore rivista dalla fine all’inizio; la ballabile e decisa “Crazy All My Life” in cui la chitarra scandisce il ritmo di una dichiarazione d’amore in salsa dance; più lenti, dolci e intimisti “Come Back Home”, “Except The Blue” e “Best of Me” che raccontano di amori perduti e della volontà di impegnarsi in un rapporto a due; mentre “Selfish” è una finestra aperta sul lato oscuro dei sentimenti, l’egoismo nella conquista in amore piuttosto che della prepotenza che spinge all’appagamento di un bisogno. In “If Only I Could Cry”, invece, la menzogna diventa come l’altra faccia di una passione che stravolge gli schemi ma mantiene sempre vivi; mentre è l’amore non dichiarato e i rimpianti ad esso connessi il tema di “What I Meant To Say”. Più allegra e spensierata, con un ritmo che resta in testa, è invece “Birthday Suits”. Infine, sorpresa dell’album, “Best of me” hit del 2008 riproposto qui in una nuova versione, con chitarra e pianoforte sempre in primo piano, strumento prediletto da Powter che suona sin dall’infanzia. “Turn on The Lights” è prodotto da Howard Benson, due volte nomination ai Grammy e già produttore di Kelly Clarkson, Gavin DeGraw e degli All-American Rejects ed è stato registrato presso gli Bay 7 studios di Los Angeles.