recensioni dischi
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MIA MARTINI  "E' proprio come vivere"
   (1974 )

Vendere un milione di dischi con un solo microsolco è un traguardo che può vantare solo chi ha un pubblico mondiale. Un’artista italiano può soltanto accumulare le vendite di più dischi e sommarle per ricevere un disco d’oro. Ed è così che ha fatto Mia Martini, una delle cantanti più importanti di questi anni '70 (a parte lei, a contrastare il dominio assoluto di Mina e della Vanoni ci sono solo Marcella Bella e Gabriella Ferri). La Ricordi le consegna quindi il Disco d’Oro per i tre album sin qui pubblicati e cioè IL GIORNO DOPO, NEL MONDO UNA COSA e questo bellissimo E’ PROPRIO COME VIVERE. Si presenta al pubblico, Mia Martini quell'anno, dimagrita di circa dieci chili. Diventata una numero uno, senza fortunatamente sentirsi per questo una diva, continua a sfornare dischi di grossissimo livello come questo, da cui sono tratte le canzoni INNO e E STELLE STAN PIOVENDO, le quali occupano le due facciate del singolo. Stabilire quale sia la facciata A e quella B stavolta tocca alla sensibilità dell'acquirente, ma non è certo una cosa facile. Entrambe molto belle, la prima porta la firma di Dario Baldan Bembo e Maurizio Piccoli e non è certo una canzone di presa immediata, zeppa di immagini poetiche e dalla melodia triste, così come conviene alle corde della Martini. La seconda è più vivace, dotata di un ritornello azzeccatissimo. Porta la firma del solo Maurizio Piccoli. C'è da domandarsi: se queste canzoni non fossero state affidate alla sensibilità di Mia Martini e alla sua bravura interpretativa, avrebbero avuto successo? Ai posteri l'ardua sentenza. INNO soprattutto sembra fatta su misura per le sue particolari possibilità interpretative. Malinconico ma dolce il testo, il rimpianto di una gioventù che sta ormai allungando il passo, amori incerti ("dimmi che il posto mio non sto per perderlo"), le solite tematiche alla Mia Martini, rese credibili dal suo personaggio di donna fragile ed insicura. Tranne che nelle vendite, perché ad ottobre '74 la sua casa discografica le consegna il Disco d'Oro per un milione di copie vendute nell'arco di tre anni (da PADRE DAVVERO all'ultimo INNO). Cifre da altri tempi, che stanno comunque a dimostrare come un artista, quando punta sulla qualità, finisca sempre per conquistare il pubblico. Voto 9, per la classe e la bravura e per l'idea abbastanza insolita di portare alla Mostra Internazionale della Musica Leggera di Venezia una canzone cantata in greco come AGAPIMU. (Christian Calabrese)