recensioni dischi
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SANDRA  "Stay in touch"
   (2012 )

Riassunto delle puntate precedenti. Sandra Lauer, dopo una carriera di grandi successi pop anni ’80 (una delle poche, peraltro, che non aveva bisogno di mostrar tette e chiappe, vedi video in cui al massimo concedeva un sottocoscia), si era dedicata alla famiglia e ai gemelli avuti con Michael Cretu, marito, produttore e deus ex machina del progetto Enigma. Poi, dal 2000 in poi, la riapparizione, proprio mentre il matrimonio andava a farsi friggere e, quindi, c’era bisogno di una nuova direzione musicale, per forza o per (dis)amore. Due lavori raffinati, alla ricerca di un prodotto che fosse un ponte tra gli irriducibili degli eighties e le popradio attuali, e poi… E poi “Stay in touch”, che abiura tutte le modernità per tornare, completamente, nelle sonorità che furono la chiave del successo di Sandra nella metà degli anni ’80. Blank&Jones alla produzione, e chi vorrà avvicinarsi al prodotto prepari spalline, fumi e raggi laser: questo, di fatto, sarebbe potuto essere il seguito fatto e finito di “The long play”, l’album di esordio della (ex) ragazzona tedesca. Un ritorno totale, con tanto di controcanti maschili come ai vecchi tempi, e una “Kings and Queens” che riprende, pari pari, la base strumentale di “Maria Magdalena”. La canzone di Sandra, per intenderci, che conoscono anche i sassi. Il problema, ora, diventa capire come giudicare un album che recupera le sonorità tipiche di Michael Cretu senza che Michael Cretu, appunto, giri attorno al progetto: insomma, il rischio potrebbe essere quello di un clone dell’epoca che fu, senz’anima e banale. Vero, ma alla fine Sandra sembra fregarsene altamente, ben conscia che ormai a 50 anni non è che debba rendere conto a qualcosa o qualcuno: “Moscow nights” sembra uscita direttamente dalle classifiche dell’Europa centrale nel 1986, e solo qualche tastiera più aggiornata, qua e là, fa capire al viandante sperduto che non si tratta di fondi di magazzino di quegli anni riproposti per mancanza di alternative. Un qualcosa di simile al progetto “All you need is now” dei Duran Duran, dove i Le Bon e i Taylor vari hanno cercato di riagganciarsi a quella che era la loro musica nel 1982: qui avranno di che divertirsi gli amanti dell’eurobeat, che forse sono poi gli unici a cui Sandra, oggi, può rivolgersi. Comunque sia, se vi piaceva “Maria Magdalena”, qui c’è musica per le vostre orecchie. E nemmeno si può definire ripetitiva la ragazzona in questione, dato che per clonare quel suo antico successo ci ha messo quasi 30 anni. Che, per non farsi mancare niente, aggiunge poi un extra cd con le “extended versions” delle tracce originali. I remix come si facevano un tempo, espandendo la base musicale di partenza senza andare alla ricerca di altri arrangiamenti. Insomma: macchina del tempo, cinture allacciate, buon viaggio. (Enrico Faggiano)