recensioni dischi
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SUZI QUATRO  "Suzi Quatro"
   (1973 )

Anno '73: la novità dell'estate arriva da Detroit, a metà tra Marc Bolan dei T.Rex e Gary Glitter. Il suo nome è Suzi Quatro, canta e suona il basso, è americanissima e in pochissime settimane è diventata una stella in tutto il mondo con un brano dal titolo CAN THE CAN, rock duro con una spruzzata di glam.

Susan Kay Quatro, nata il 3.6.1950 a Detroit, e' la figlia dell'italoamericano Art Quatro, musicista che suonava in un gruppo chiamato Art Quatro Trio nel quale Suzi debuttò a soli 8 anni. Essendo figlia d'arte, Suzi studio' piano, per poi dedicarsi al rock & roll, suonando in gruppi a 14 anni; essendo la ribelle e il "maschiaccio" della famiglia, Suzi si soprannomino' Suzi Soul.

Negli anni '60 Suzi suono' il basso con i gruppi Pleasure Seekers e Cradle assieme alle sue sorelle, facendo concerti in tutta l'America. Nel 1971, mentre suonava con il gruppo Cradle, venne scoperta dal produttore britannico Mickie Most, che si trovava a Detroit per registrare un disco di Jeff Beck. I Cradle sì stavano per sciogliere e Most chiese a Suzi di andare in Inghilterra.

Verso la fine del 1971, Suzi arrivò quindi a Londra solo con una valigia ed un basso. Trascorse due anni da sola, scrivendo canzoni e registrandole. Il suo primo singolo ''Rolling Stone'' (nel quale figurava un già celebre Peter Frampton alle chitarre) fu un fallimento dappertutto eccetto che in Portogallo, dove sorprendentemente divenne # 1 nel 1972.

Mike Chapman e Nicky Chinn avevano appena firmato un contratto come autori per la casa discografica di Most, la RAK, e furono loro che scrissero il primo successo di Suzi, ''Can the Can'' nel 1973, canzone che mise Suzi al primo posto nelle classifiche inglesi, giapponesi, europee e australiane. Suzi diventò così famosa con il suo rock selvaggio, aggressivo, duro e coperto di pelle: in Italia (dove circolò a lungo la leggenda, falsa, che il suo vero nome fosse Susanna Quattrocchi) diventerà famosa soprattutto con il successivo 45 giri ''48 CRASH''.

Da circa un anno a Londra aveva messo su un nuovo gruppo, un quartetto che però non aveva ancora inciso nessun disco con lei perchè per ''CAN THE CAN'' Suzi si servì di session men della casa discografica.

Quest'album, ancora adesso, è in assoluto un capolavoro. Una musica in bilico tra il glam e il rock duro ma commerciale alla Grand Funk Railroad. L'accompagnano tre musicisti che si chiamano Dave Neal (alle percussioni e alla batteria), Alastair McKenzie (alle tastiere) e Len Tuckey (alle chitarre); quest'ultimo diverrà suo marito nel 1976. Esteticamente ricordano molto gli originali membri degli Spider From Mars di David Bowie. Facce tipicamente inglesi.

Il disco è prodotto da Mike Chapman e Nicky Chinn, artefici del successo internazionale del gruppo degli Sweet. Tutte le composizioni sono opera del duo di produttori. E il lavoro di missaggio è stato fatto negli studi Emi di Abbey Road. Nel disco le canzoni sono tante, in tutto 13. Apre il primo lato la celebre ''48 CRASH''. Subito dopo una canzone che avrebbe potuto benissimo essere stampata su singolo, ''GLYCERINE QUEEN''.

Il lato B si apre con un altro hit single, ''CAN THE CAN'', e poi un pezzo degli anni cinquanta come ''ALL SHOOK UP'' di Elvis Presley: sentendo la versione della ragazza, Elvis la invitò ad un suo festival. Lei rifiutò, sdegnosa.

Nel disco non manca anche un omaggio ai Beatles, con la cover di ''I WANNA BE YOUR MAN''. E poi ancora ''Sticks & Stones'', ''Shakin' All Over'', ''Primitive Love''... Un vero disco-manifesto di un'epoca. E oggi, a 70 anni suonati, Suzi è ancora in giro per il mondo, a suonare, con la verve di una ragazzina. Averne, al giorno d'oggi, personaggi del suo spessore... (Andrea Rossi)