recensioni dischi
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BOLOGNA VIOLENTA  "Utopie e piccole soddisfazioni"
   (2012 )

Immaginati un pugno in faccia. Oppure di essere svegliato da una secchiata d'acqua fredda. O la scossa elettrica dei cartoni animati che hai sempre desiderato provare. Ecco, ci siamo quasi. ''Utopie e piccole soddisfazioni'' è un disco saldo nelle sue basi grindcore-trash metal, eppure suona come un perfetto esempio di opera totale wagneriana. Sulla scia del precedente ''Il nuovissimo mondo'', ma con un sentore di evoluzione ascendente e maturata, la ricetta di Nicola Manzan rimane la stessa: violini che intervengono saltuariamente per cullare l'ascoltatore in attesa di incursioni serratissime di chitarra elettrica, asserragliata dietro raffiche di drum-machine da far sanguinare le orecchie. Il gioco delle citazioni da materiali audiovisivi risulta qui fortemente ridotto, a centellinare, per contro, un'ironia settantasettina che emerge in brani come ''Remerda'' (che contiene in nuce tutta la poetica della one-man-band), ''Il convento sodomita'' e ''Piccole soddisfazioni''. Pezzi esemplari sono ''Vorrei sposare un vecchio'' e il singolo ''Mi fai schifo'': cyber-grind rapidissimo condito con coretti da voci bianche. Azzeccatissime sono poi le collaborazioni con Jay Randall degli Agoraphobic Nosebleed, voce in ''You're enough'', e col giovane Aimone Romizi di Fast Animals And Slow Kids, che interpreta degnamente il diffile ruolo di Giovanni Lindo Ferretti in ''Valium tavor serenase'', rielaborata con uno splendido intermezzo techno a omaggiare quei CCCP icone del punk emiliano. Ventuno tracce scorrono fulminee in meno di mezz'ora, ma di certo sono sufficienti a procurare una decisa botta di energia, prima dei tristi archi del ''Finale - con rassegnazione''. (Federico Pozzoni)