recensioni dischi
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PINK FLOYD  "A foot in the door"
   (2011 )

Le pubblicazioni della EMI ormai spuntano come funghi, e ogni scusa è buona per far resuscitare vecchi gruppi, ma se si tratta dei Pink Floyd possiamo anche concederglielo... E allora ecco un "Echoes part 2", un altro best-of che non è altro che la copia dei brani che dieci anni fa entrarono a far parte del mastodontico greatest-hits che ebbe un successo non indifferente. Insomma, "A Foot In The Door" è un copione del disco del 2001, solo qualche brano in meno. Nell'album viene dato ampio spazio ai grandi successi dal 1973 in poi: nove canzoni su sedici sono infatti estratte da "The Dark Side Of The Moon" e da "The Wall" (1979), le canzoni un po' meno commerciali e più sperimentali dei primissimi album non hanno nessun ruolo all'interno del disco (l'unica eccezione è "See Emily Play"). Accanto ai grandi classici come"Time", "Money", "Another Brick In The Wall", "Wish You Were Here", c'è spazio anche per gli ultimi lavori della band, rappresentati da "High Hopes" (contenuta in "The Division Bell" - 1994) e "Learning To Fly" (presente in "A Momentary Lapse of Reason" - 1987). Lo stesso Roger Waters, interrogato su questi ultimi lavori quando oramai aveva abbandonato Gilmour e compagni a sè stessi, disse: "The songs are poor in general", come a dire che, sia dal punto di vista del testo che della parte strumentale, queste hit sono lontane anni-luce dai capolavori degli anni '70. Non c'è molto altro da dire, la compilation sicuramente racchiude i più grandi lavori della band di Waters e può aiutare chi non ha mai ascoltato i “Rosa Fluido” ad approcciarsi al meglio a questo genere musicale che ha affascinato e ispirato tutta la musica del "dopo-Floyd". (Fabrizio Randazzo)