recensioni dischi
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GIONATA MIRAI  "Allusioni"
   (2011 )

In attesa del terzo album de Il Teatro degli Orrori e di una collaborazione con l’ex-Ritmo Tribale Edda (entrambi previsti per l’inizio del prossimo anno), Gionata Mirai prova a sorprendere tutti con un disco strumentale di sola chitarra dodici corde. Accantonato il suo terreno privilegiato, il leader dei Super Elastic Bubble Plastic non abbandona tuttavia, a suo dire, l’attitudine hardcore. Si tratta infatti un disco secco e incisivo, composto da un unico tema musicale di circa ventiquattro minuti suddiviso in cinque ''Allusioni'', che fungono sia da riflessioni nate a partire dal disastro giapponese di Fukushima, sia da stimolo per le sensazioni dell’ascoltatore. La tecnica è abbastanza semplice e non presenta nulla di rilevante, ciò nonostante il fingerpicking potenzia fortemente l’intensità degli arpeggi melodici, ipnoticamente malinconici e ammalianti. L’impressione generale è quella di un’espressività fortemente intimista, corredata dalla frase sulla copertina dell’album che rimanda a questioni esistenziali riguardo le scelte di cui ognuno deve farsi carico nel corso della propria vita. Una seducente cavalcata introspettiva quindi, particolarmente felice nelle ''Allusioni #2'', ''#4'' e ''#5'', che si richiama alla tradizione della chitarra acustica folk-blues liberandosi dal giogo dell’elettricità. A testa bassa e senza voler strafare, questa piccola opera prima colpisce dritta nel segno e (si) regala un piccolo istante di eternità. (Federico Pozzoni)